Contaminazioni
Una vecchia canzone di Francesco Guccini (“Eskimo”) riecheggiava pressappoco così: «…e alcuni audaci in tasca L’Unità». Ora viaggiare con il giornale di (fu) Antonio Gramsci sotto il braccio non farebbe più scandalo neppure se il medesimo fosse nascosto all’interno di una copia di Playboy. Ci fu, poi, un periodo in cui faceva molto “in” esporre Il Manifesto in bella evidenza ma, non era importante averlo letto, quello che contava era il “marchio”. Mi ricordo ancora le facce dei “professori” che si pavoneggiavano con le analisi degli eretici Pintor e Rossanda. Ora sono passati tutti al correttissimo La Repubblica, dicono si tratti di “maturità”! Di questi periodi non è facile creare stupore per un quotidiano sotto il braccio. Lo stupore è già vedere qualcuno con un quotidiano! Se capita poi d’incontrare uno stravagante comunista con in tasca Liberazione, Il Foglio e di giovedì Tempi, può anche capitare che nessuno ci faccia caso. A sinistra però può succedere che qualche “compagno” aggrotti la fronte: «Il Foglio? Ferrara? Il giornale della moglie del Berlusca?!». Ebbene sì, cari compagni, l’intelligenza non ha schieramenti, è merce assolutamente rara e contemporaneamente trasversale. Perché rinunciarvi? «Ma Tempi? Il giornale di Amicone! Dove scrivono Vittadini e Baget Bozzo?! Non ti sembra di scivolare a destra?». Veramente su Tempi, da circa due anni, ci scrivo anche io! Senza censure, liberamente.
Se proprio volete stupirvi, allora vi dirò di più. Quest’anno sono andato sia all’ultimo Meeting di Cl, sia alla festa nazionale di Rifondazione. Collaborazionista? Contaminazione è la parola giusta. Amo la contaminazione culturale e coltivo l’interesse per la diversità. Per sfuggire alla demagoga ritualità della “banda rossa” di Furio Colombo, è l’unica strada possibile.
«…e alcuni audaci in tasca Liberazione, Il Foglio e Tempi».
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