Le battutacce sull’Ucraina che squalificano il leader del M5s e i punti di forza che costringono a prenderlo sul serio, dal rapporto con Landini, D’Alema e Prodi alla debolezza di Elly Schlein. Rassegna ragionata dal web
Il presidente del M5s Giuseppe Conte con la segretaria del Pd Elly Schlein (foto Ansa)
Su Linkiesta Francesco Cundari scrive: «Difficile dire se sia peggiore la comicità involontaria di quando Giuseppe Conte dichiarava che “la difesa è legittima, ma non il contrattacco”, e che pertanto all’Ucraina non si dovevano inviare “armi offensive” ma solo “difensive” (probabilmente pensava a elmi, scudi e armature) o sia peggiore il dileggio della battuta preparata per la tv, pronunciata martedì sera su La7: “Il modo migliore di aiutare Zelensky e la popolazione ucraina anzitutto è di dirgli che qualche volta può mettere anche abiti civili”. Difficile, ma non impossibile. Basta pensarci un momento per capire che la peggiore è di gran lunga la seconda. La prima affermazione, tutto sommato, corrisponde al solito modo cinico e vile con cui tanta parte della politica italiana assolve le proprie responsabilità e al tempo stesso cerca di scaricarne il peso con qualche gioco di parole: al tempo in cui il Movimento 5 stelle sosteneva ancora il governo Draghi, la disputa sulle “a...