Contro il premierato della Meloni vietato ragionare: si deve abbaiare

La vera portata della riforma del governo e la chiamata alle armi dei “cani da guardia dell’immobilismo” (con “Repubblica” che sgrida Zagrebelsky per avere usato la sottigliezza anziché la furia). Rassegna ragionata dal web

Su Dagospia si riprende un articolo di Carlo Bertini per La Stampa dove si scrive: «“Così non si stabilizzano i governi, anzi si crea una doppia frattura: la prima tra il premier e il capo dello Stato e la seconda tra il premier eletto e chi mira a sostituirlo”. È una critica severa in punto di diritto quella del presidente emerito della Consulta, Giovanni Maria Flick, al disegno di legge sul premierato del governo. Stando all’ultimo testo sul tavolo, addirittura “il secondo premier della legislatura, che non riceve un mandato popolare a governare, avrebbe più poteri del premier eletto dai cittadini, disponendo solo lui dell’arma dello scioglimento delle Camere”».

C’è un’ampia area di costituzionalisti ultraconservatori, incapaci di dire e forse di dirsi la verità, cioè che l’attuale ordinamento della Costituzione, dopo trenta anni di sbandamento dei poteri dello Stato grazie alla magistratura militante e dopo 12 anni di commissariamento della democrazia, non funziona più....

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