
Camisasca ai preti: «Il popolo rischia la paranoia. Aiutiamolo a vivere»

Pubblichiamo di seguito la lettera inviata ieri da monsignor Massimo Camisasca, vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, ai sacerdoti della sua diocesi.
Cari fratelli,
assistiamo tutti, durante questi giorni, ad una crescita di allarme e di incertezza, favorita anche dai mass-media e dalle insicurezze della politica. Il nostro popolo, già provato dalla pandemia nei mesi del lockdown, può correre il rischio di entrare in una visione paranoica della realtà , distaccata cioè dalle vere dimensioni del pericolo.
Tutti quanti noi, assieme agli altri responsabili della vita sociale e civile, abbiamo un compito importante: aiutare la nostra gente a vivere con prudenza, ma anche con serenità , fiducia in Dio e capacità di relazioni e aiuto reciproco. Non dobbiamo assolutamente favorire il diffondersi di timori esagerati che possono portare a una corrosione profonda della salute mentale ed emotiva.
Mai come in questo momento è chiaro che le ragioni della fede sono le ragioni della vita: Dio non ci abbandona, ci prende per mano, e lo fa anche chiedendoci di soccorrere a suo nome chi è bisognoso. Non possiamo permetterci che, di giorno in giorno, l’unico criterio sia chiudersi in casa.
Senza demordere da tutte le attenzioni dovute, come la mascherina, l’igiene delle mani e il distanziamento, dobbiamo continuare a vivere.
Le nostre chiese, proprio in ragione di tutto il lavoro che abbiamo svolto, sono luoghi sicuri sia per la preghiera liturgica, sia per eventuali incontri.
Sosteniamo dunque la fede, la speranza e la carità del nostro popolo.
Con la mia benedizione,
†Massimo Camisasca
Reggio Emilia, 19 ottobre 2020
Foto Wikimedia
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