Cos’è l’umano, anche artificiale, senza l’amore?

Di Lorenzo Albacete
31 Agosto 2002
Intelligenza artificiale, l’ultimo film di Steven Spielberg (pensato e progettato con Stanley Kubrick), rinnova le domande di 2001 Odissea nello spazio, Blade Runner, ecc.: che cos’è l’umano? Può il non umano evolvere in umano? Saprebbe amare? E meriterebbe l’amore? I distratti spettatori estivi negli Usa hanno bocciato un’opera, in arrivo anche in Italia, che merita maggiore considerazione

La stagione estiva è quasi finita negli Usa e con essa la fiera estiva di spettacolari film di cassetta che dovrebbero attirare soprattutto bambini e teenagers in vacanza ( i teenagers sono i grandi consumatori dell’industria dell’intrattenimento).

Tutti sono d’accordo che quest’anno i film estivi erano particolarmente brutti. Alcuni di essi erano remake di vecchi film, come Il pianeta delle scimmie, seconde uscite di versioni ampliate con parti precedentemente tagliate, come nel caso di Apocalypse Now, stupidi sequel di precedenti successi, come American pie II, o accozzaglie di effetti spettacolari privi di trama e ricchi di ciberdinosauri. In particolare un film molto atteso ha confermato le aspettative secondo cui avrebbe sollevato molte domande, ma proprio per questo motivo non ha attirato l’attenzione del pubblico estivo. Il film è Intelligenza artificiale di Steven Spielberg.

In un certo senso Intelligenza artificiale rappresenta la continuazione di un film molto discusso del 1968, 2001 Odissea nello spazio diretto da Stanley Kubrick. La trama di Intelligenza artificiale è completamente diversa, ma la questione sollevata è la stessa. 2001 era basato su un romanzo di Arthur Clarke che propone una visione nietzschiana dell’evoluzione umana incentrata sull’arrivo di un Figlio delle stelle che non si vergogna della sua volontà di potere ed è pronto a costruire un mondo nuovo al di là del bene e del male. Dagli scimmioni violenti all’uomo dell’età spaziale al computer dotato di sentimenti (Hal) al superuomo Figlio delle stelle: questa era l’evoluzione proposta da Odissea nello spazio. Evidentemente Kubrick era tormentato da una domanda: questa evoluzione verso la pura intelligenza coincide con la distruzione dell’amore umano come dedizione esclusiva ad un’altra persona? Il film del 1968 conclude che è così, il film di Spielberg spera che non sia così.

In Intelligenza artificiale il soggetto circa il quale la domanda è posta è il computer. In questo caso si tratta di un umanoide con le sembianze di un bambino di 12 anni di nome David, affidato ad una madre umana dell’era spaziale il cui figlio biologico è sprofondato in un coma. David rappresenta l’ultima generazione di computer, programmati per “amare” chiunque attivi il loro programma. Dopo pochi giorni di familiarizzazione, la “madre” di David attiva il programma e immediatamente nota il cambiamento in David, che per la prima volta la chiama “mamma”. I problemi cominciano quando il figlio biologico inaspettatamente guarisce e torna a casa. Inizialmente egli accetta David come uno dei tanti “amici robot” che gli sono familiari, incluso un orsacchiotto robot. David, tuttavia, non capisce alcuni dei giochi del ragazzo, e alcune delle sue reazioni lo mettono in pericolo. La tensione fra i due raggiunge un tale livello che la madre è costretta a tornare al laboratorio dove David era stato costruito per farlo distruggere (poiché egli era stato programmato per amare soltanto la “mamma” che attivava il programma). Ma la madre non riesce ad andare sino in fondo, e abbandona David in una foresta nei pressi del laboratorio intimandogli di fuggire. David, come Hal 2000 in 2001, fa di tutto per evitare la distruzione. Ricordando la storia di Pinocchio, va in cerca della Fata turchina che potrebbe renderlo umano, così che sua madre lo ami di nuovo.

Non vi dirò cosa succede o come va a finire il film, ma vi invito di cuore ad andare a vederlo e a porvi le seguenti domande: David è già umano, e perciò il problema non sta nella sua devozione alla madre, ma nell’incapacità della madre di riconoscere la sua umanità? (Come dice un personaggio all’inizio del film, il computer avrà un programma che gli permette di amare un essere umano, ma gli esseri umani saranno capaci di contraccambiare il suo amore?). Cosa significa essere madre o padre? David è davvero più umano degli umani biologici rappresentati nel film per il suo stesso desiderio di essere umano che anima tutta la sua vita e sostiene la sua ricerca, simile a preghiera? Questi umani artificiali evolveranno in umani post-umani, mentre gli umani originali scompariranno dalla terra? Stanley Kubrick non riuscì a fare questo film, egli morì nel 2000. Steven Spielberg, con cui l’aveva discusso per anni, completò il racconto e diresse il film dedicandolo a Kubrick. In esso si può vedere ciò che ha la sua origine in Kubrick e ciò che ha la sua origine in Spielberg.

I critici si sono concentrati sulla differenza fra i due registi, e la maggior parte degli spettatori si sono rivelati troppo confusi o impazienti per assistere ad un lungo film che pone domande scomode. Pare proprio che l’estate non sia la stagione adatta per cose del genere. Eppure proprio quest’estate il presidente Bush ha preso la decisione lungamente attesa di stanziare fondi federali per la ricerca su alcune cellule staminali. Intelligenza artificiale si svolge a migliaia di anni di distanza da noi, ma la difficoltà di riconoscere che cosa è e che cosa non è un essere umano è un problema già ora.

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