
Cosa sta succedendo sui mercati finanziari internazionali? L’analisi del prof. Quadrio Curzio
I movimenti tellurici dei mercati finanziari sono sempre più forti e i danni causati aumentano di giorno in giorno. Il professor Alberto Quadrio Curzio, noto economista dell’Università Cattolica, in un’intervista ai microfoni di Radio Tempi distingue le dimensioni del problema. La prima analisi riguarda la finanza italiana che mutua i risultati dei mercati europei ed internazionali, ma soffre di una sfiducia politica oltreconfine che porta a definire il differenziale tra i nostri titoli di stato e i titoli di debito emessi dalla Germania oltre il 4 per cento. Nonostante la gigantesca manovra approvata dal Parlamento il 14 settembre, registriamo una considerazione dei mercati finanziari sull’Italia inferiore alla Spagna. Il giudizio non è supportato dai numeri che vedono i fondamentali economici iberici peggiori dei nostri: a titolo d’esempio il tasso di disoccupazione spagnolo supera il 20 per cento.
Una seconda affermazione va fatta in ambito europeo e soprattutto sulla continua incertezza decisionale in merito al problema del debito pubblico greco. Il professor Quadrio Curzio non esclude l’esistenza di qualche operazione per scardinare l’Euro, ma nello stesso tempo tira le orecchie al premier francese Sarkozy e alla cancelliera tedesca Merkel per lo strabismo manifestato nell’affrontare il problema di Atene. Occorre scongiurare il default della Grecia, non tanto da un punto di vista dimensionale (l’incidenza del Pil greco sul Pil europeo è minimo), ma per la reazione a catena che produrrebbe. Il fallimento della Grecia creerebbe un precedente con un effetto decisamente negativo: tutti i detentori di Titoli di Stato emessi da paesi periferici all’Europa se ne libererebbero. Il contagio in economia esiste ed è un pericolo grande.
Un terzo livello d’analisi va fatta sul campo internazionale, dove è presente il fantasma della recessione. Sottolinea il docente della Cattolica che in economia, quando si evoca un fatto questo poi in qualche modo accade. Per quanto riguarda il tema dello sviluppo dell’Italia, i 5 miliardi stanziati nella manovra economica per spese infrastrutturali sono insufficienti e soprattutto non è con la spesa pubblica che si risolve il problema della crescita, ma con l’idea di uno Stato che si affidi ai principi espressi dal magistero sociale della Chiesa: uno Stato che si affidi ad una forma di liberalesimo comunitario.
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