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«Scrivo con le mani legate, ma è meglio così che se fosse legata la mia volontà ».
È l’estate del 1943 e Franz Jägerstätter, dal carcere di Berlino, sta scrivendo il proprio testamento spirituale, poche ore prima che venga eseguita la sua condanna a morte. Il contadino di St. Radegund, un paesino austriaco a pochi chilometri dal confine con la Baviera (poco lontano dalla città natale di Joseph Ratzinger), cinque mesi prima era stato arrestato per essersi rifiutato di combattere per il Terzo Reich.
Quella lettera, una delle ultime di Jägerstätter, è oggi conservata a Roma all’interno del Memoriale dei martiri del Novecento situato al piano inferiore della chiesa di San Bartolomeo sulla suggestiva Isola Tiberina e realizzato per rispondere all’invito di san Giovanni Paolo II che, in occasione del Giubileo del 2000, volle che fossero rese note e custodite le storie di alcuni tra i milioni di uomini e donne che, nel corso del secolo che stava per fini...
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