La differenza tra Biden e il prossimo presidente americano (Trump o Harris che sia), la ripresa di iniziativa della Cina, il ruolo dell’Italia che la caciara antimeloniana non riesce a cogliere. Rassegna ragionata dal web
Kamala Harris, vice di Biden alla Casa Bianca e aspirante candidata dei democratici alle prossime presidenziali, sul palco di un evento elettorale a West Allis, Wisconsin, 23 luglio 2024 (foto Ansa)
Su Startmag Mario Del Pero, professore di Storia Internazionale e di Storia degli Stati Uniti all'Institut d'Études Politiques - SciencesPo di Parigi, dice: «Viene meno una figura molto abile nel produrre sintesi e coesione nel partito. Questo è stato lo straordinario successo politico di Biden in questi tre anni e mezzo. Nessuno come lui ha saputo tenere unita un’amministrazione tanto che non vi è stata nemmeno una dimissione polemica. Biden inoltre è riuscito a portare a casa leggi importantissime senza perdere un voto in parlamento».
Come spiega Del Pero, il ruolo di Joe Biden nel tenere insieme nei democratici l’anima sociale e quella ideologica, le tendenze isolazioniste e una certa leadership occidentale, è stato straordinario e peculiare, e ha rimediato in parte alle carenze delle amministrazioni Clinton e Obama che avevano poi favorito la vittoria di Donald Trump nel 2016. Il suo errore fondamentale nel 2020 è stato quello di non chiudere la partita con Trump, trascinando tutte...