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Così Roma costringe l’afasica Bruxelles a discutere di immigrazione

Di Lorenzo Malagola
28 Dicembre 2023
Altro che fughe in avanti: con Tunisia e Albania il governo Meloni ha preso l’iniziativa nel quadrante mediterraneo aprendo nuove strade su cui portare tutta l’Unione Europea
Il primo ministro albanese Edi Rama a Palazzo Chigi con Giorgia Meloni, 6 novembre 2023
Il primo ministro albanese Edi Rama a Palazzo Chigi con Giorgia Meloni, 6 novembre 2023 (foto Ansa)

In politica si parla anche con i silenzi. Senza esagerare, però. Questa potrebbe essere in sintesi l’impressione che l’opinione pubblica ha dell’Unione Europea in politica estera: una profonda debolezza. In un mondo ormai multipolare, l’Europa rimane al margine e non pesa a livello geopolitico tanto quanto conta a livello economico. Il sogno dei padri fondatori di esprimere una politica estera comune è rimasto a lungo un’idea. Doveva essere il passo conseguente alla Comunità europea di difesa per consolidare un’effettiva unione politica. Parlare a una sola voce sarebbe stato l’argine al ritorno di guerre globali. Purtroppo, la Ced è tramontata nel 1954 e abbiamo dovuto attendere fino al 2009 per avere una prima forma di politica estera europea con la costituzione dell’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza e del Servizio europeo per l’azione esterna da esso dipendente. Ucraina, Nagorno-Karabakh, Gaza rappresentano gli ultimi casi nei quali l’Unione Europea...

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