Costa Concordia: «Mi fu ordinato di dire che era tutto sotto controllo»

Di Chiara Rizzo
25 Novembre 2013
Riprende il processo sulla nave da crociera affondata all'isola del Giglio. In aula l'assistente del direttore di crociera scoppia in lacrime: «Obbligata a dire ai passeggeri di tornare in cabina»

Jacqueline Elisabeth Abbad Quine, assistente del direttore di crociera sulla Costa Concordia naufragata davanti al Giglio a gennaio 2012, sta in questo momento testimoniando al processo che vede come principale imputato il comandante Schettino, e si è commossa dovendo ricordare ciò che accadde in quelle ore. La donna ha ricordato che ebbe l’ordine di «dire ai passeggeri, come da comandi, di stare tranquilli e tornare in cabina, e che era tutto sotto controllo»: purtroppo proprio anche a causa di questi annunci trasmessi su tutta la nave, gli sbarchi dalla nave si trasformarono in seguito in tragedia. La donna è scoppiata a piangere violentemente, ricordando, e ha aggiunto che «Rivivere tutto da capo è veramente pesante»

«SCHETTINO DIEDE L’ORDINE DI AUMENTARE LA VELOCITA’». Il processo è ripreso oggi, dopo un mese di sospensione: il 28 ottobre scorso l’ultima udienza, nella quale ha testimoniato Domnica Cermontan, ospite moldava del comandante Schettino, e un ufficiale in addestramento presente in plancia di comando, Salvatore Ursino, che ha testimoniato di aver ricevuto da Schettino l’ordine di aumentare la velocità cinque minuti prima dell’impatto con gli scogli.

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