Crimea, il parlamento ratifica il referendum. Si torna con Mosca

Di Chiara Rizzo
17 Marzo 2014
Con 88 voti favorevoli su 95 i deputati di Simferopoli hanno sancito il passaggio dall'Ucraina alla Russia, 60 anni dopo la cessione della regione da parte di Kruscev.

Ieri con un plebiscito il referendum in Crimea ha sancito la secessione dall’Ucraina, che oggi è stato ufficialmente ratificato anche dal Parlamento della Crimea a Simferopoli. I deputati hanno votato l’indipendenza e la richiesta di annessione alla Federazione russa durante una seduta straordinaria, con 88 voti favorevoli su 95. Il Parlamento ha anche deciso che da oggi la moneta ufficiale della Repubblica di Crimea sarà il rublo e persino l’ora legale sarà sincronizzata a Mosca e dal 30 marzo le lancette verranno spostate due ore in avanti rispetto a Kiev.

NAZIONALIZZARE I BENI. Il Parlamento inoltre oggi ha votato anche una risoluzione che prevede che le proprietà statali ucraine in Crimea verranno nazionalizzate dalla nuova Repubblica. Le forze dell’ordine e gli enti statali invece rimarranno gli stessi fino a che non sarà varata la nuova Costituzione. Si tratta di una svolta storica: la Crimea è sempre stata una storica regione e Repubblica autonoma in seno alla Russia fino al 1954, anno in cui l’allora presidente dell’Urss Nikita Kruscev decise, a tavolino, di “regalarla” all’Ucraina in segno di riconoscimento. Ieri, di fronte al 96 per cento dei voti favorevoli al ritorno alla Russia, il presidente Vladimir Putin ha accolto la notizia con entusiasmo e ha affermato la volontà di «rispettare la volontà dei crimeani».

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