Crisi d’identità a sinistra

Di Gianni Baget Bozzo
01 Ottobre 2003
Tutti margheriti: questa sembra la soluzione che corre a sinistra. D’Alema dice che la cosa di sinistra

Tutti margheriti: questa sembra la soluzione che corre a sinistra. D’Alema dice che la cosa di sinistra non funziona più: strano che nel paese si susseguano le Feste dell’Unità e i Ds siano la formazione della sinistra che ha avuto maggior successo alle amministrative. Ma l’elettorato resta di centro e l’unica via per conquistare il centro è il non essere più di sinistra. La lista per l’Europa non è né l’Ulivo né il centro-sinistra: sembra la composizione di gruppi di singoli la cui identità è definita non dalla storia da cui provengono ma dalla unità a cui partecipano. Come faccia questa prospettiva ad agganciare anche Rifondazione Comunista è difficile e dirsi: ma Rifondazione sa che il suo presente è legato al futuro della casa madre e, se la casa madre Ds perde anche per la casetta Rifondazione il destino è amaro. Tutti margheriti dunque, anche i popolari sembrano risolversi nel dubbio le incertezze di De Mita e di Marini, anch’essi si accorgono che la cosa democristiana è morta come cosa di sinistra e non è mai nata come cosa di centro. Non rimane che diventare margheriti, una coalizione di singoli in cui non esiste più né la cosa postcomunista né la cosa postdemocristiana. Per vincere le elezioni occorre annullare la propria identità e quindi diventare tutti Prodi. Ma Prodi poi ha un significato, è definibile con un aggettivo politico e non soltanto con il suo nome e cognome? Il dibattito a sinistra rivela la crisi profonda d’identità di tutte le sinistre italiane, comuniste e democristiane, sul piano della memoria storica e del linguaggio politico. Non possiamo definire su nessun punto una politica dei frammenti di sinistra che possa essere considerata alternativa a quella della Casa delle libertà, perché i contenuti della politica sono ormai definiti dalle regole della globalizzazione e le varianti di schieramento non hanno più consistenza programmatica. Potrebbe un governo dell’attuale opposizione fare una diversa politica sulle pensioni? La riforma Tremonti segue la riforma Dini. E in politica estera potrebbero dire di preferire Chirac a Blair? È singolare che la sinistra cessi di definirsi come forma ideale e rinunci quindi a un linguaggio identificante ma non possa poi nemmeno costruirsi come programma alternativo. Non le rimane che dire: “sono con Prodi”. Quale prodezza!
bagetbozzo@ragionpolitica.it

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.