
Cuba. «Con Diaz-Canel non è cambiato nulla rispetto ai Castro»

Da aprile alla presidenza di Cuba non c’è più un membro della famiglia Castro, ma Miguel Diaz-Canel. Eppure sull’isola «non è cambiato niente. Anche perché nel suo primo discorso ufficiale ha ricordato l’importanza della continuità , sottolineando che tutte le decisioni più importanti per il paese le avrebbe prese il segretario del partito comunista, cioè Raul Castro». Così parla ad Aide à l’Église en détresse padre Rolando Montes de Oca, 37 anni, sacerdote dell’arcidiocesi di Camagüey.
«NON C’È LIBERTÀ RELIGIOSA»
Non solo la politica è rimasta uguale a se stessa, ma anche la vita della Chiesa non è migliorata. «Esiste sempre la libertà di culto, ma non abbiamo piena libertà religiosa. Cuba cerca sempre di comunicare all’esterno di essere una democrazia, un apese dove la libertà è totale ma non è così. Le famiglie cubane, ad esempio, non possono scegliere che educazione dare ai figli: sono sempre obbligate a educarli nell’ideologia marxista atea e materialista».
La Chiesa cattolica, continua padre Rolando, «non può avere accesso ai media, non può costruire luoghi di culto, anche se due o tre permessi in 60 anni sono stati concessi. In alcuni villaggi la vita dei cristiani e le attività caritatevoli dei sacerdoti vengono prese di mira e ristrette. Nonostante questo, cerchiamo sempre di comunicare il Vangelo. E nei villaggi dove non possiamo avere chiese, sono i semplici fedeli ad aprire le porte delle case per celebrare l’Eucarestia».
DOPPIO RICATTO
Ma al di là di questo, la più grande difficoltà per la Chiesa cubana è quella di vivere senza farsi strumentalizzare: «Il partito comunista ci ricatta facendoci capire che per arrivare un buon rapporto con lo Stato dobbiamo rimanere in silenzio davanti ai problemi della società . Altri invece ci attaccano definendoci “comunisti” ogni volta che non ci opponiamo al governo e non condanniamo in termini assoluti ogni relazione con le autorità . La Chiesa di Cuba non può essere bellicosa, deve restare una madre per tutti, che non si unisce alle potenze di questo mondo», conclude padre Rolando.
Foto Ansa
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