Curve stampa

Di Fred Perri
06 Maggio 2004
In molti – a cominciare da Adriano Galliani nella sua duplice posizione di gran ciambellano rossonero e presidente di Lega

In molti – a cominciare da Adriano Galliani nella sua duplice posizione di gran ciambellano rossonero e presidente di Lega – si sono risentiti per l’atteggiamento e le intemperanze della Curva Sud della Roma formato esportazione a Milano. Certo non è edificante quello che è successo, col tiro al bersaglio sul povero Dida con petardi, confezioni del caffè Borghetti (meglio berselo) e altri oggetti più o meno contundenti. Non potendo pretendere tutto, appartengo alla categoria di coloro che vorrebbero stadi più sicuri e ripuliti piuttosto che arbitri migliori. Per cui m’indigno più per quelli che tirano gli oggetti o cercano la rissa, piuttosto che per un rigore non dato. Però voglio spezzare un’asta non sulla testa dei tifosi romanisti, ma a loro favore. Chi si scandalizza per quello che hanno fatto i tifosi, non ha mai frequentato la “Curva stampa” dell’Olimpico. L’ultima volta che ci sono stato ho deciso che la prossima trasferta vado tra gli ultrà. Almeno di mestiere fanno quello. Ma tra i giornalisti-tifosi non ci metto più piede. Potendo, perché non è facile scansarli. Ci sarebbe da scrivere un piccolo trattatelo sulle “curve stampa”. Neanche a Brescia, Genova, Bari, Modena, scherzano. La curva stampa più fredda? Torino, sponda Juventus. L’unico posto dove arrivo a rimpiangere la passione romana.

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