
Da Assago un pieno di ottimismo
Il secondo congresso di Forza Italia ad Assago si è svolto in migliori condizioni del primo, che avveniva quando il gruppo del Polo delle Libertà stava per spaccarsi, rendendo possibile lo scisma di Cossiga e il governo a direzione comunista: e quando l’unica legittimità rimasta al Polo delle Libertà era quella di far parte della commissione bicamerale con D’Alema presidente.
Ma nemmeno il congresso di Assago del 2004 si è svolto in condizioni facili: l’opposizione è divenuta massimalista, il presidente della Commissione europea guida lo schieramento antioccidentale, Al Qaeda si rivela ancora pienamente efficace sino ad attaccare il cuore dell’industria petrolifera in Arabia Saudita.
Il governo ha dovuto affrontare la crisi del mercato azionario americano e poi di quello italiano, dalla Enron alla Parmalat, l’11 settembre e l’11 marzo, i morti di Nassiriya, la concorrenza cinese e l’emersione dell’Asia, la politica restrittiva della Banca Europea e la scarsa ripresa dell’economia europea.
Berlusconi si è trovato a governare lo scenario del conflitto internazionale scatenato dal terrorismo islamico quando aveva programmato di affrontare il rilancio dell’economia italiana e il cambiamento della società.
Molti hanno rimproverato a Berlusconi di non attribuire alle condizioni in cui la sinistra aveva lasciato il bilancio pubblico o al modo in cui aveva gestito l’ingresso dell’Italia nell’euro le difficoltà aggiuntive in cui si trovava il suo governo. E meno che mai di fare della situazione internazionale un motivo per modificare il suo impegno con il paese espresso nelle cinque clausole del “contratto con gli italiani”.
Il congresso infatti si è svolto su questi temi e soprattutto sul primo degli impegni assunti nel contratto, cioè la diminuzione delle imposte e la costruzione di esse a due soli livelli. Gran parte del discorso del premier si è incentrato sui temi del contratto, mostrando quanto il lavoro fosse ormai avanzato nell’adempiere gli altri quattro impegni. E il presidente ha dichiarato di considerare il suo governo un governo di legislatura, cioè di non accettare l’ipotesi di un Berlusconi bis. Non gli basta di aver raggiunto il primato di durata dei governi della Repubblica, chiede che sia mantenuta la figura di investitura personale su cui si è costruita la coalizione della Casa delle Libertà alle elezioni del 2001.
Questa volta le difficoltà maggiori per il presidente non vengono dall’opposizione, che non ha nessun programma alternativo e si limita nei suoi interventi sulle varie politiche del governo ad esprimere il suo dissenso senza varianti e senza proposte. Una opposizione che è spaccata sulla politica estera, che sostiene il ritiro delle truppe italiane dall’Irak proprio quando nasce il governo costruito dall’inviato dell’Onu Brahimi, è un’opposizione senza presente e quindi probabilmente senza futuro.
Le difficoltà possono venire dalla maggioranza di governo, in cui vi è dissenso circa la questione della riforma fiscale e sul livello di collegialità del governo. Ma sono difficoltà che non hanno soluzioni alternative alla direzione politica di Berlusconi che è il riferimento in base a cui l’Msi è diventato An, la Lega ha cessato di essere secessionista e i democristiani amici del centro si sono emancipati dalla sinistra. Berlusconi fa parte dell’identità politica di tutti i suoi alleati.
Elezioni di mezza legislatura e di tipo fantasioso come quelle europee non favoriscono il governo e le coalizioni di governo. è un rischio anche per l’opposizione aver affrontato le europee con un “triciclo” cioè con un’alleanza di governo in elezioni fatte con il sistema proporzionale: una scelta, questa dell’opposizione, destinata a favorire Rifondazione Comunista e tutte le liste fuori del triciclo.
Più difficili per la maggioranza le elezioni locali, per lo più collocate in Comuni e Province governati da maggioranze di sinistra: inoltre il radicamento storico della sinistra e del centrosinistra a livello locale non ha subito il logoramento della fine della Prima Repubblica.
Tuttavia nulla può impedire al presidente Berlusconi di guardare con fiducia al governo di legislatura.
bagetbozzo@ragionpolitica.it
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