Così nella “pazza” azienda bolognese l’esperienza dei fondatori è diventata il modo con cui si concepisce il welfare d’impresa. E ogni nascita è una festa
Foto di gruppo della “famiglia” Illumia con il testimonial Matteo Berrettini
Senza un’ultima «radice esperienziale» che documenti la concezione che ha di sé e del lavoro chi fa impresa, alimentandone ogni giorno decisioni e operatività, non c’è pratica di welfare aziendale che possa tenere nel tempo. Né possono le più innovative tecnicalità a sostegno della maternità contribuire a promuovere la natalità se non sono esse stesse espressione di una già presente «cultura del lavoro» che sia aperta alla famiglia e per cui il profitto non sia l’unico scopo dell’azione. A gettare le parole “cultura” e “esperienza” nell’arena del dibattito in occasione dell’incontro promosso da Tempi il 18 aprile scorso a Roma sul tema “Nascere è cominciare. Donne e lavoro: quali politiche di welfare per uscire dall’inverno demografico”, alla presenza della ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella, è stato Piergiacomo Sibiano, responsabile affari istituzionali di Illumia, riecheggiando argomentazioni e tem...