D’Amato e la sinistra “pensante”

Confindustria è soddisfatta a metà. Gli industriali attendono la riforma del welfare, del lavoro, del fisco, le privatizzazioni e l’emersione dell’economia sommersa. D’Amato incalza l’esecutivo, pungolando il governo Berlusconi a proseguire sulle linee guida del liberismo thatcheriano. Nessuna divergenza sulle strategie, ma un semplice stimolo a fare le riforme in tempi brevi. L’unico serio ammonimento riguarda la preoccupazione che le riforme non rimangano soltanto sulla carta. Qualsiasi persona dotata di un minimo di capacità critica e d’imparzialità giudicherebbe la relazione del presidente di Confindustria favorevole alle politiche governative e non vi potrebbe obiettivamente intravedere forti spunti polemici. Una sinistra che volesse onorare il concetto di tale definizione politica, non potrebbe che prendere atto della posizione confindustriale e in virtù della propria identità contestarla radicalmente.

Come potrebbe, del resto, un’opposizione che ha sostenuto scioperi e manifestazioni contro la politica di governo essere d’accordo con chi “rimprovera” allo stesso governo la lentezza con la quale si stanno attuando quelle stesse riforme? Saremmo al cospetto di un comportamento contraddittorio, assurdo, illogico, frutto di una psicologia instabile e malata. Eppure oltrepassando il paradosso e sconfinando nella patetica ricerca di consenso (padronale) alcuni esponenti della sinistra “pensante” hanno superato il limite della decenza politica. Riferendosi all’andamento dell’economia l’On. Fassino ha così dichiarato: «Il Presidente D’Amato dice le stesse cose che dicevamo noi due mesi fa». Per non essere da meno anche Gavino Angius, ricorda che in realtà D´Amato «ha preso a schiaffi il governo». In maniera del tutto metaforica e con tono assolutamente sommesso, vorrei specificare agli uomini della Quercia che l’utilizzo della cannabis è stato autorizzato solo per uso terapeutico.