
D’Antoni e il braccio sindacale della CdL
E dunque D’Antoni ha passato il Rubicone dopo che Berlusconi era già giunto a Roma. Che occasione perduta! E perduta per seguire Andreotti: che cosa volesse Andreotti con questo ritorno alla proporzionale in tempo di bipolarismo affermato non so capire. Di Andreotti si è sospettato di tutto, fuorché della sua lucidità. Ma infine persino Cirino Pomicino si è ribellato: Andreotti chiedeva una posizione di principio che non dava potere, proprio lui, un uomo di potere quale la politica ha raramente conosciuto. Poiché preferisco continuare a credere nella lucidità di Andreotti e non oso pensare che egli contasse veramente sul pareggio e sul blocco del sistema politico, mi rimetto al dire che Andreotti, questa volta, è stato incomprensibile. Capita a tutti, D’Antoni così ha passato il Rubicone al grido di «Vengo anch’io!» .Al che era facile venisse risposto: «No, tu no». Se la Cisl avesse scelto a suo tempo, nella persona del suo leader, la Casa delle Libertà, non ne sarebbe venuta solo una schiarita nella sede politica, ma anche nella sede sindacale, dove del resto la Cisl ha già preso una posizione sul lavoro interinale diversa dalla Cgil. In questo caso, il nuovo governo sarebbe nato già con un suo braccio politico sindacale: certo, nella rispettiva autonomia, ma anche nella complementarietà dell’orientamento. Infine il nuovo governo dovrà iniziare un’impegnativa trattativa coi sindacati, tutto sarà possibile salvo far saltare il tavolo della concertazione. In Spagna non lo hanno fatto, ma è vero che in Spagna non hanno i sindacati italiani coltivati dai comunisti, ed è difficile trovare a Roma le stesse condizioni che a Madrid: però infine un buon rapporto con la Cisl è sempre utile. E D’Antoni ha certamente conservato il suo spazio nella confederazione, la quale per tradizione dovrebbe essere più vicina a una liberalizzazione dei rapporti di lavoro. Se i voti di D’Antoni peseranno a Roma e in Sicilia, ora che la congiunzione con Andreotti è spezzata, se peseranno anche a Napoli contro la Jervolino, allora certo Democrazia Europea dovrebbe poter essere contata come un nuovo acquisto della Casa delle Libertà. E il ruolo di D’Antoni potrebbe essere significativo. Nonostante vari tentativi, Forza Italia non si è mai potuta dotare di un braccio sindacale. Sarebbe desiderabile che tra Forza Italia e la Cisl si stabilissero i medesimi rapporti che esistevano tra la Cisl e la Dc. Infine, non vorranno i cislini morire margheritini, sotto le insegne di Rutelli e in compagnia di De Mita! Sarebbe questa la vera e cattiva politicizzazione del sindacato postdemocristiano. Esso ha un’altra storia, in cui l’autonomia sindacale ha avuto anche una rilevanza politica che ha potenziato la qualità sindacale. Non si vede perché, rotto il triplicismo, la vicenda non possa ripetersi con la Casa delle Libertà.
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