
Del perché in italia occorra uscire dalla ‘cittadella politica’
Per attuare un sistema di sussidiarietà reale, occorre superare l’autoreferenzialità della ‘cittadella politica’ che distorce il rapporto tra partiti, Stato e cittadini. Due le condizioni da porre in essere. Da una parte è da evitare l’invasività dei partiti che tendono a subordinare movimenti, società civile, mondo economico e culturale fino a tentare di eliminare l’espressione libera dei cittadini.
Dall’altro occorre tornare a rispettare il valore delle istituzioni, che rappresentano lo Stato e sono garanzia di diritti dei cittadini e che in questi anni sono state svilite e subordinate ai propri interessi da esponenti di entrambi gli schieramenti.
Se queste sono le linee fondamentali secondo cui attuare il principio di sussidiarietà, non bastano analisi per renderlo effettivo: occorre mostrarne e moltiplicarne gli esempi in atto, nell’istruzione, nei mercati, nel welfare, nella politica (vedi ad esempio l’Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà), condizioni indispensabili per evitare quel declino che, oggi, ha inizio innanzitutto nelle coscienze.
È l’esaltazione del desiderio di verità, di giustizia, di bellezza come fattore di progresso, anche economico, come afferma nel suo libro L’io, il potere, le opere, don Luigi Giussani. Custodire e incrementare il desiderio nell’uomo che lavora e investe è la condizione per favorire un’esistenza che persegua e compia il proprio destino e nello stesso tempo sia la premessa per un nuovo sviluppo .
Io credo infatti che, come è avvenuto in molti momenti della nostra secolare storia, l’educazione del singolo io e del popolo alla realtà, percepita nell’integralità dei suoi fattori, attraverso un’esperienza ideale e di fede, possa costituire l’origine di un nuovo sviluppo umano e sociale.
*Presidente Fondazione per la Sussidiarietà
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