DEL PERCHE’ IN ITALIA SON TUTTI Lì A DIRE ‘IO C’ENTRO’

Se cambierà il sistema elettorale, quali ne saranno le conseguenze politiche? Il maggioritario ha introdotto la differenza tra destra e sinistra che non è propria della storia italiana: tanto che il termine ‘destra’ non fa parte del lessico politico, mentre il termine di ‘sinistra’ ha sempre un significato nobilitante. Le due coalizioni hanno sempre aggiunto il termine ‘centro’ alla qualifica di destra e di sinistra e, al massimo, nella passata legislatura, si discusse se il centro-sinistra dovesse avere il trattino o non averlo. Rimarrà la questione in termini così netti nel caso del cambio del sistema elettorale o la qualifica di centro tornerà a far aggio sui termini di destra e di sinistra?
Del resto, è già visibile la tendenza dei partiti di sinistra e di destra a rapportarsi verso il centro. Singolarmente, poiché il voto cattolico è considerato di centro, sono persino aumentate le professioni di fede cattolica fatte da esponenti della sinistra. La Lega non si è mai sentita di definirsi a destra nonostante le sue posizioni sull’immigrazione, sull’identità e sul territorio siano le più caratteristiche di un partito di destra tra i partiti italiani. E Fini ha cercato, in modo vistoso e persino dannoso per il suo elettorato, di staccare l’identità di An dalla memoria fascista. Poiché sentiva l’Udc come suo principale concorrente elettorale, Fini ha persino cercato di dare una veste di partito laico di destra al suo partito, scegliendo di qualificarlo in modo opposto alle posizioni della Chiesa in varie questioni.
Il centro è diventato il punto di attrazione ideale dei due schieramenti. Ciascuno ha cercato di piazzarsi su quell’area, andando oltre le sue qualifiche originarie. Ciò forse spiega il fatto che l’opposizione del centro-sinistra alla proposta della maggioranza abbia dato luogo ad un ostruzionismo molto tenue e tutto concentrato sui tempi della riforma, cioè il fine legislatura, e non sui contenuti. Con la prospettiva del cambiamento della legge, le primarie perdono molto senso sia a destra che a sinistra. La designazione del candidato a presidente del Consiglio perde la sua rilevanza perché il premio di maggioranza viene dato ai partiti e non al leader della coalizione.
Nel centro-sinistra questo potrebbe portare a una maggior concentrazione su Prodi per bilanciare con l’impegno delle primarie una candidatura ormai indebolita dal sistema elettorale cambiato. Esse hanno perso il loro oggettivo significato perché tutto è possibile con la nuova legge elettorale, anche il ribaltone. Per il centro-destra, il cambiamento toglierebbe valore alla candidatura del presidente del Consiglio, anche perché essa avverrebbe ora, con la nuova legge, non indicata sulla scheda elettorale. In ogni caso, sono i segretari dei partiti a emergere come figure significanti. Per questo è probabile che le primarie del centro-destra non si facciano perché ormai inutili. La nuova legge permetterebbe la candidatura di Berlusconi, Fini e Casini in tutti i collegi in modo che le primarie coinciderebbero con le elezioni.
Il cambio della legge reintroduce di fatto come punto di attrazione la categoria di centro tra destra a sinistra. Nel caso concreto italiano, la nuova legge, definendo egualmente le coalizioni ed evitando lo tsunami della vittoria elettorale della sinistra debordante dovuta al maggioritario, mantiene una alternativa di opposizione nel Parlamento, che altrimenti rischiava di diventare marginale.

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.