
DI VIA IN VIA
I centri storici di molte delle nostre città si stanno trasformando in suk medieval-mediorientali. Aprono botteghe di marocchini, indiani, turchi, laddove chiudono storici negozi di italiani. Potenza del denaro che gira più in un senso che nell’altro. E il denaro è prodotto dal lavoro, certo, ma anche dalle leggi e dal fuori della legge. La vittoria di questa rapida invasione è chiara. L’Europa non è fallita a Bruxelles o a Strasburgo. Ma in centro a Brescia, a Bologna o a Camerino. è fallita nei cuori belli delle nostre città, che si stanno abbruttendo. E non c’è verso di rimediare. Anzi, il verso dei poeti deve registrare questa mutazione civile, per alcuni (pochi) aspetti pittoresca, per molti altri gravida di conseguenze ancora iniziali. Siano benedette le nostre città, toccate dall’invasione.
Avevo scritto nel mio ultimo libro di poesie pubblicato da Guanda una poesia intitolata “Via Massarenti”: «Fai questa via di Bologna, una volta / nella notte, una volta nella vita, arriva/ fino a porta s. Vitale, ma alle due quando l’edicola/ è aperta, bianca e intorno ci sono/ solo arabi a trafficare/ con le bottiglie in mano (…) Guarda senza timore, senza rabbia,/ abbi la pazienza e il grido/ del calvario del cuore, considera/ che non c’è nessuno in giro come te / e che la maledizione nella vita/ è un lungo spavento con la bocca secca, / ma la benedizione non è una faccenda di stile/ è acqua che scende/ come un ricamo strappato da una ferita».
Contro la maledizione dello spavento, quando le cose così radicalmente cambiano, occorre la benedizione. Ovvero un’acqua che anche nel sacrificio rinnovi le cose. Il cristianesimo è nato in Medio Oriente.
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