Diffidate dei governi chye si impicciano troppo della vostra salute

Negli anni Trenta Maria Montessori così descriveva i due tipi delle donne del Lazio: il dolicocefalo bruno a statura bassa, «dal volto ellissoidale fine e delicato, poco formose ma piccole e graziose», e il brachicefalo biondo a statura alta, «dal volto largo e rotondo, con fianchi più ricchi e insellatura lombare pronunciata ma artisticamente armoniche». «Queste due razze – commentava – sembrano essersi divisi tutti i pregi fisici della umana natura». Come tutti i regimi totalitari, il fascismo costruiva dei modelli umani cui omologare i cittadini per creare una razza perfetta. I veneti trapiantati nelle paludi pontine per bonificarle erano seguiti da uno stuolo di “scienziati” in ogni atto della loro vita, dall’alimentazione alla riproduzione, al fine di trasformarli nel “vivaio della nuova razza italica”.
Bisogna diffidare quando un governo s’impiccia troppo della salute dei suoi concittadini: la cosa puzza di totalitarismo. Va benissimo controllare la qualità dei cibi in commercio, va bene combattere il fumo, senza sconfinare nel terrorismo, ma quando si comincia a definire il tipo corporeo ideale, s’imbocca una strada che conduce ai deliri di cui sopra. Dal 18 settembre in Spagna non sono ammesse per legge modelle aventi un indice di massa corporea (Imc, ovvero il rapporto tra il peso in chilogrammi e il quadrato dell’altezza in metri) inferiore a 18. Fuori Naomi Campbell che ha un Imc pari a 16 e fuori Kate Moss, il cui Imc è 17. Che l’anoressia sia una malattia da combattere, come l’obesità, è fuori discussione, ed è altrettanto giusto che vengano contrastati, con opportune campagne informative, i modelli che spingono in tale direzione. Ma che per legge venga definito il modello ideale di donna, è un’idea dirigista sciocca e oltretutto di sicura inefficacia. Tanto varrebbe combattere l’Aids imponendo per legge l’uso del preservativo nei rapporti sessuali. Oltretutto agire a livello legale sulle sfilate di moda travalica la questione della salute: significa voler definire il modello estetico ideale di donna nazionale.
Il governo Zapatero si distingue in tutto per una forma di dirigismo ammantato di un buonismo che vorrebbe celarne i tratti autoritari: è un paternalismo di Stato, un salazarismo di sinistra. Si promuove ogni forma di manipolazione procreativa, si consente persino la clonazione umana, padre e madre vengono aboliti per legge e sostituiti con “genitore A” e “genitore B”. Tutto è per il bene del popolo, che si tratti della demonizzazione delle donne magre o della violenza di non potersi far chiamare “papà” o “mamma”, se non tra le mura domestiche. Rientra in questo totalitarismo “buono” la scelta di riscrivere la storia per legge, ad opera di una commissione statale. Il governo ha decretato che scompaia dalla Spagna ogni minima traccia del passato regime franchista su qualsiasi edificio del paese. Però c’è qualcuno che comincia a non poterne più. E compaiono sui giornali avvisi a pagamento del tipo: «Nel settantesimo anniversario della morte, i parenti ricordano Tizio Caio che, dapprima imprigionato in una nave carceraria, fu prelevato e vilmente assassinato dai miliziani della Repubblica rossa e sotterrato nella calce viva. Preghiamo per la sua anima». Ecco il grande successo del paternalismo zapaterista: riattizzare i rancori della guerra civile.

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