
Dimenticare La Pira?
La vicenda del crocifisso che doveva essere cacciato da una scuola abruzzese per una sentenza della magistratura pone la domanda sulla certezza del diritto del crocifisso a rimanere nelle aule pubbliche dopo la riforma del Concordato lateranense fatta dal governo Craxi. L’articolo primo del Trattato lateranense che fonda lo Stato di Città del Vaticano recita: la religione cattolica è la religione dello Stato. Il Trattato non è stato riformato e l’articolo 1 rimane, ma il nuovo Concordato toglie il carattere confessionale della formula del Trattato, mantiene il principio del cattolicesimo e costituisce parte fondamentale dell’identità storica del popolo italiano. Ciò significa che la Repubblica italiana è uno Stato laico ma non laicista e che la religione cattolica ha in esso uno status che non appartiene a nessun altra religione. Infatti la Costituzione, parlando delle religioni diverse dalla cattolica, dice che esse sono “egualmente libere” ma ciò non toglie lo stato particolare che alla religione cattolica è assegnato dall’articolo 7 della nostra Costituzione.
Il maldestro tentativo di Adel Smith ha suscitato una reazione di popolo, tanto più significativa in quanto il mondo ecclesiastico pare in fase “buonista” e sottolinea più l’identità dell’altro che la propria. Tuttavia il Papa, intervenendo a un seminario dei ministri degli interni dell’Unione Europea organizzato dal ministro Pisanu, ha fortemente difeso l’identità cattolica dell’Italia ed il valore espresso dai simboli cristiani nella tradizione del paese. Del resto, eccezionalmente, l’Osservatore romano pubblica da giorni slogan per il riconoscimento del carattere cristiano della civiltà europea nel Trattato costituzionale, cosa che non aveva fatto quando si discuteva la dichiarazione dei diritti: cambia anche l’acqua del Tevere.
Ciò che più interessa è il sussulto popolare in difesa del crocifisso e la comprensione che l’impianto di una cultura islamica nel tronco del nostro paese può suscitare problemi, se perdura il buonismo cattolico che sembra aver perso coscienza della natura e della storia dell’islam anche nei giorni in cui il terrorismo islamico uccide in Irak giovani cristiani americani e cittadini irakeni.
Consola anche qualche sussulto laico sulla grande stampa. Barbara Spinelli ha scritto che senza il Crocifisso non ci sarebbe neanche la laicità dello Stato, che è una creazione della cristianità fondata sul “date a Dio… date a Cesare”. Più interessante ancora l’articolo di Panebianco che ricorda che Adel Smith è un caso isolato e che gli islamici italiani sono diretti da associazioni integraliste, come l’Ucoii, emanazione dei Fratelli musulmani e la Lega islamica, creatura dell’Arabia Saudita. Esse non puntano a indebolire i crocifissi, ma a creare un corpo islamico separato dal corpo politico italiano, una comunità islamica che governi gli islamici come un tutto sociale. Speriamo che il ministro Pisanu si dimentichi di La Pira e del mito della omogeneità delle religioni del Libro: spero che la famosa legge sull’eguaglianza religiosa che organizza sul modello concordatario una realtà islamica in dominanza religiosa sia stata cancellata per sempre dal Parlamento italiano.
bagetbozzo@ragionpolitica.it
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