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Dio mi ha salvato dal “paradiso” (del comunismo)

Di Redazione
22 Gennaio 2024
L’abbandono da parte dei genitori, il primo tentativo di espatrio, il carcere, le torture. Poi la seconda fuga, la conversione, la vera libertà. Testimonianza di Timothy Cho, “traditore” del regime dei Kim e oggi attivista per i diritti dei cristiani in Nord Corea
I nordcoreani si inchinano davanti alle statue di Kim Il-sung e Kim Jong-il a Pyongyang, in Nord Corea
I nordcoreani si inchinano davanti alle statue di Kim Il-sung e Kim Jong-il a Pyongyang, in Nord Corea (Ansa)

La testimonianza che segue è stata raccolta da PorteAperte / OpenDoors, Ong che da oltre sessant’anni soccorre i cristiani perseguitati a causa della fede con aiuti materiali, formazione e assistenza. L’organizzazione compila ogni anno anche la World Watch List, importante rapporto sulle persecuzioni contro i cristiani nel mondo.

Fu quando vide sette soldati dell’esercito cinese scendere da un camioncino, quando già avrebbe dovuto essere al di là del confine, finalmente in salvo, che Timothy capì che qualcuno l’aveva tradito. Era scappato dalla Corea del Nord, si era rifugiato in Cina e gli avevano promesso che l’avrebbero portato in Mongolia, dove con un po’ di fortuna avrebbe rintracciato suo padre. Invece, si ritrovò insieme ad altri 17 giovani, braccato dal regime comunista. Cominciò a scappare con un ragazzino di 13 anni senza voltarsi.
«Odiavo tutti, anche mio padre»
Tutt’intorno si udiva solo il rumore dei fucili automatici, fino...

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