
Disney+ arriva a Hong Kong e censura i Simpsons su Tienanmen

Disney+ è sbarcato a Hong Kong a inizio novembre e si è subito adeguato al nuovo clima imposto dal regime comunista cinese. Nel catalogo offerto dalla piattaforma ci sono anche tutte le stagioni della serie dei Simpsons, tranne un episodio.
Disney+ censura i Simpsons a Hong Kong
Si tratta dell’episodio 12 della stagione 16, i cui punti più controversi sono riassunti nel video, trasmesso in tv per la prima volta nel 2005 negli Stati Uniti. Nell’episodio la famiglia di Homer va in Cina per aiutare una delle due sorelle gemelle di Marge, Selma Bouvier, ad adottare un bambino.
Durante la puntata, le critiche al Partito comunista cinese si sprecano. Quando i Simpsons arrivano in Piazza Tienanmen, a Pechino, li accoglie un enorme cartello con scritto: “In questo luogo nel 1989 non avvenne nulla”. Una pungente presa in giro della censura e dell’oblio imposti dal regime al paese. Il 4 giugno di quell’anno, infatti, il Partito ordinò all’esercito di sopprimere nel sangue le proteste popolari, causando la morte di circa 10 mila persone. Ma parlarne in Cina è vietato.
«Anche il Tibet era molto indipendente»
In un’altra scena, Homer visita il Mausoleo di Mao Zedong e rivolto alla salma del dittatore afferma: «Dormi proprio come un angioletto che ha ucciso 50 milioni di persone». Infine, durante un dialogo tra la piccola Lisa e una funzionaria del governo cinese, quest’ultima afferma che la piccola bambina cinese adottata supererà Lisa in intelligenza. Quando lei ribatte di essere molto intelligente, la funzionaria risponde: «Anche il Tibet era molto indipendente».
Per sfuggire alle maglie della legge sulla sicurezza nazionale – e fare soldi senza disturbi in barba a quei diritti civili che Disney+ una volta sì e l’altra pure afferma di sostenere – la piattaforma ha dunque cancellato l’episodio a Hong Kong.
Peggiora lo stato della libertà in Occidente
Disney+ ovviamente non è l’unico brand internazionale ad accettare di perdere la faccia, sottomettendosi alla Cina, pur di lucrare lauti guadagni. L’elenco di chi si è piegato a Pechino, da Audi a Tiffany, dall’Nba a John Cena, è lungo.
Fa impressione però rivedere il filmato dei Simpsons oggi e notare come la libertà di espressione in Occidente si sia enormemente ristretta: oggi sarebbe impossibile infatti realizzare un episodio di un cartone animato come quello dei Simpsons risalente al 2005. La Cina lo bloccherebbe subito e, qualora non ci riuscisse, la casa di produzione si autocensurerebbe per paura di subire ripercussioni economiche.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!