
Lettere al direttore
Dissonanza 13

Di là dal mare soffia un vento gelido
che schianta le gemme sui rami
e riempie le fosse: è l’inverno
di fumi e di fiamme che si mangia
le terre dei vivi, le stelle si oscurano
di nuovo, dopo i tempi cantati
dalla voce di Nelly Sachs.
Come allora? Diversamente da allora.
“Se i profeti irrompessero
per le porte della notte
e cercassero un orecchio come patria…”
cosa troverebbero nell’aria bruciata
da grida di martirio?
Se, in mezzo a miriadi di voci
che si corteggiano, innamorate dell’aria
di cui sono fatti i loro pensieri arguti,
– intelligenza, sempre più rara
e comunque priva di sapienzaumiltà –
se la voce dei profeti
che non parlano di loro stessi
soffiasse
nei flauti-ossa dei bambini uccisi
chi saprebbe ascoltare?
Orecchio degli uomini
attento alle piccolezze
sapresti ascoltare?
Orecchio degli uomini
ostruito d’ortica
e zizzania
sapresti ascoltare?
Si levano bene voci di profeti
che non dicono di sé
ma del Verbo che hanno ricevuto,
voci di madri, di figli e figlie,
di padri chiamati,
non voi infatti avete scelto me
ma io ho scelto voi
per camminare sulle vostre povere gambe
di creature mortali,
per parlare attraverso le voci
del vostro assenso,
del vostro fragile dolore.
Si sono levate bene le voci!
In mille hanno alzato le spalle,
forse una dozzina ha corrisposto.
Come uno è il lebbroso
che, tra i dieci, è tornato:
ma è l’uno che resta, l’Uno che rimane
mentre il resto viene spazzato via,
dalla storia, mai dall’Eterno:
chi di voi vuole far guerra a un mistero,
chi vuole inventare la morte stellare?
Non vi accada di mettervi contro Dio!
Non ci sarà morte per voi. Solo la Vita
rimane e Lei, Lei sola conoscerete.
Se i profeti si levassero
-come si sono levati e si levano-
nella notte degli uomini
come amanti in cerca del cuore dell’amato,
notte degli uomini
avresti un cuore da donare?
Una vita da consegnare all’Essere
fatto Corpo, all’Amante Vero
che ha posto in mezzo a noi
la sua dimora?
Nella società,
nella dispolitica,
nella diseconomia,
nella slibertà,
nella deintelligenza,
nella demoralità,
nella disculura
sorgerà la palma verde
d’un giovane ricco
che lascia tutto
per seguire Colui che vive tra noi?
***
Nelly Sachs, poetessa, ebrea nata a Berlino nel 1890, fuggita nel 1940 a Stoccolma dove muore nel 1970. Nel 1966 riceve, insieme a Shemuel Josef Agnon (1888-1970), il Premio Nobel per la letteratura. Suoi sono i versi in corsivo.
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