
Lettere al direttore
Dissonanza 15

Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle
che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi!
e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?
Gli infanti sporcano le stanze
boicottano il fine settimana
disturbano il rito dell’aperitivo.
I bambini nascono sabotatori.
Del sonno, delle ferie, delle carriere.
I bambini sono più che altro vivi.
E poi fanno domande, gli importuni,
sono presenza e chiamata inesausta;
vogliono risposte, le pretendono anzi.
Non sopportano il fumo
degli scettici, dei dubbiosi
e dei pavidi.
I discorsi li annoiano,
non sopportano il parlare
di chi ama sentirsi parlare.
E rovinano l’ambiente, per giunta,
interrompono la pubblicità,
occupano spazio. E tempo.
Sono un diritto, i figli,
fino a quando non stancano;
comunque la mettiamo sono intrusi.
Disertare il destino sembra più facile
senza marmocchi tra i piedi.
Scandiscono il tempo, questi farabutti.
Meglio andare a zonzo come sonnambuli,
frequentare le giostre e l’oblio;
fidanzarsi con chiunque senza dare appuntamento a nessuno.
Per tenersi lontano dai pericoli
non esiste scelta più vantaggiosa che fare gli intellettuali, i giornalisti scapoli,
i preti social da salotto, di lotta e di governo insieme.
L’attività più sicura rimane comunque la rock star oppure la blog star
riempire gli stadi e i teatri di prediche e slogan (fascismo, palestina, guerra vanno forte)
ma occorre un grande coraggio e non tutti ce l’hanno.
Tenere il mondo pulito dai bambini,
specialmente quelli difettosi,
dovrebbe diventare dovere universale.
Chi poi verrà alla fine a togliere le ragnatele
dai letti dei ricoveri o dalle tombe a cielo aperto,
personali e sociali, sarà un bel problema.
A quel punto toccherà a tutti la propria buona morte,
solitaria e sgomenta, possibilmente anticipata,
ma certamente vidimata dal suo bel timbro legale.
È notte, ma è proprio in una notte come questa
che un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio.
Ci è stato dato un figlio.
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