
So, lo so bene, lo capisco
che sbaglio, che dovrei farcela
da sola, ma vede, professore,
il guaio è che non riesco,
non ce la faccio proprio.
Nuca rigida, nervi tesi,
coltello tra i denti,
così vanno le cose,
così si arriva da qualche parte,
così ci si afferma nella vita!
Così ci si schianta
contro un muro!
Così si finisce
spappolati sull’asfalto!
Forse è per questo
che quello che i padri
e le madri facevano
come fosse normale
adesso appare faccenda
di eroi.
Fuggendo fatica
e sacrificio
si finisce sfibrati.
Ah la serenità!
Stare bene!
Fitness Wellness Jogging!
VivaMarx, VivaLenin,
VivaMaoTzeTung!
Stai fuori dal mio recinto!
Stai fuori da me!
E, se proprio devi entrare,
fallo in fretta e poi esci,
possibilmente
senza lasciare ingombri.
Come si fa per i bisogni primari,
fame, sete, minzione, sonno.
Non chiedo altro.
Non voglio altro.
Penso spesso che
avesse ragione Karol,
poeta a Cracovia
nel dire:
Io credo che l’uomo soffra
soprattutto per mancanza di visione.
Se visione è
intelligenza
dell’esperienza elementare,
intelligenza
della realtà e dell’umano.
In fondo Dante è giunto,
a imboccare la via della liberazione,
dormendo,
portato in braccio
da Santa Lucia.
Come siamo nati alla vita,
così siamo rinati.
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