Do you understand, compagno D’alema?

Di Zottarelli Maurizio
02 Giugno 1999
Il presidente della rossa Lega delle Cooperative chiede sgravi fiscali alle famiglie per incentivare lo sviluppo. “Altrimenti, altro che seconda fase, sarà crisi”

Sviluppo. Questo per il presidente della Lega delle Cooperative, Ivano Barberini, il tema fondamentale affrontato dal neo persidente della Repubblica. “Del resto, Ciampi è credibile e lo è quanto dice in materia di lavoro e occupazione per la coerenza con cui ha sempre agito. Per questo le indicazioni poste nel suo discorso dovrebbero essere assunte come orientamento per l’azione di governo. In una fase, perdipiù, in cui è assolutamente necessario adottare politiche che diano risposte concrete nel settore della produzione e dell’occupazione. La domanda che mi pongo è quale stabilità hanno le nostre imprese in termini di qualità e alta tecnologia in un mondo dove l’innovazione è elemento decisivo per la competitività? Parlare perciò di formazione e di investimento in competenze significa creare le condizioni per sviluppo e competitività delle nostre aziende. Ciampi ha poi affrontato il tema della contrazione dei consumi. Lui stesso, fautore del risanamento economico che ci ha permesso di entrare in Europa, oggi afferma che non possiamo essere prigionieri di Maastricht; che bisogna pensare a politiche di rilancio della domanda che contrastino la tendenza molto forte alla recessione. Negli Stati Uniti, infatti, il pericolo attuale è l’inflazione, da noi, al contrario, è la deflazione e si devono rilanciare i consumi”. Già, ma come, in un’economia soffocata dalla pressione fiscale e dal costo del lavoro? “Leve miracolose non ce ne sono, ma favorire il credito alle famiglie con agevolazioni fiscali aiuterebbe. O si attua, insomma, una politica espansiva che alzi la domanda e spinga il credito favorendo uno sviluppo reale, non precario, oppure la disoccupazione crescerà con la crisi. Questa mi sembra un’interpretazione realistica delle parole di Ciampi su Maastricht: ora servono le politiche. In definitiva, è il problema della “fantomatica” seconda fase tanto spesso invocata. Ciampi infine ha affrontato il tema della burocrazia. Io aggiungerei l’uso vessatorio del potere pubblico che invece di stimolare frena con ogni sorta di cavillo lo sviluppo. Penso a quanto costa investire al sud tra autorizzazioni e rischi di vedersi bloccare i progetti per anni. Voglio dire, cioè, che orientare la pubblica amministrazione perché abbia una funzione di stimolo e non di blocco non è un semplice fatto procedurale, ma una scelta politica. E su questo è venuto il richiamo di Ciampi”.

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