Donne e buoi degli stadi tuoi

Di Fred Perri
23 Gennaio 2003
“La nebbia agli irti colli al Delle Alpi sale”

Stavo assiso nel civettuolo “Bentegodi”, l’altra sera e non si vedeva un tubo. Così mi sono messo a ricordare i bei tempi, quando venivo per il Verona di Bagnoli. Eravamo più giovani, allora, sia io che il calcio italiano. Ci si trovava alle 14.30 d’inverno, poi, con la bella stagione, un po’ più in là, fino alle 16 quando cominciava il grande caldo. I tifosi erano bestie, ma non come ora e non ti si gelava il pisello per queste notturne nebbiose. Alle 20.30 di domenica potevi stare con le gambe sotto il tavolo di un buon ristorante, magari in compagnia di una bella donna, l’abbinamento migliore del mondo secondo Andrea Boni, uno dei miei filosofi di riferimento. Stavo lassù, al freddo, e pensavo alla Juve che vuole costruire uno stadio da 35 mila posti con i centri commerciali, i cinema e tutto il resto. Vuole cacciare i tifosi, ha scritto qualcuno. Fa bene, anzi, suggerisco pure di cacciare i giornalisti, così, la domenica sera, riprendo le sane abitudini di una volta: donne e cibo.

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