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Dopo Trump, i repubblicani sono sempre più divisi (e trumpiani)

Di Massimiliano Herber
11 Gennaio 2023
La faticosa elezione di McCarthy a speaker della Camera tra compromessi e concessioni interne, racconta un partito che fatica a mostrare la credibilità dell’alternativa politica in vista delle presidenziali del 2024
Kevin McCarthy
Il repubblicano Kevin McCarthy sorride dopo l’elezione a nuovo speaker della Camera degli Stati Uniti (foto Ansa)

Kevin McCarthy voleva diventare speaker della Camera nel 2015 ma l’ala più a destra dei repubblicani, il Freedom Caucus, si mise di traverso e la sua candidatura naufragò. Kevin McCarthy si ritiene un politico tenace e sette anni dopo ci ha riprovato. L’ala più conservatrice alla Camera oggi è etichettata come “trumpiana” ma è sempre il Freedom Caucus di allora e ancora una volta ha messo il bastone tra le ruote dell’aspirante speaker.
L’elezione di McCarthy e i cambiamenti nel Gop
Dopo quattro giorni di limbo politico, caos procedurale e quelle che il neoeletto ha chiamato “trattative” e che i repubblicani ribelli definiscono “concessioni”, McCarthy ce l’ha fatta. Il prezzo della vittoria per il gavel, il martelletto del potere, rischia però di essere superiore all’umiliazione personale e all’imbarazzo partitico per una bocciatura ribadita per ben quattordici tornate di voto da una manciata di ammutinati. Il timore è che, complici i posti in Commissione concessi e le regol...

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