
Dopo tutte le “trattative”, adesso fanno i simpatici con Andrea Agnelli

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Volevo fare una premessa, compagni, amici e bastardi di ogni genere e grado. Però sarei sceso al livello del becerume tifoso, dei pensatori d’accatto della rete, dei povirazzi senza arte né parte, ma soprattutto senza intelletto. Quindi passo oltre.
Trovo assolutamente grottesco il processo e la squalifica di dodici mesi comminata ad Andrea Agnelli. Il presidente della Juventus è stato accusato di mercimonio di biglietti con un esponente della ’ndrangheta e da quello che leggo le prove neanche ci sarebbero, tanto che la giustizia ordinaria ha lasciato perdere. Ma anche se ci fossero, per quel che mi riguarda, avrebbero dovuto assolverlo. O processato assieme allo Stato, alle Forze dell’Ordine, alla Federcalcio, alla Lega, a tutti coloro che hanno trattato in continuazione con la parte delinquenziale delle curve.
Vi rinfresco la memoria con alcune “trattative”: con i due ultrà della Roma che pretesero e ottennero di sospendere un Roma-Lazio perché «la polizia aveva ucciso un bambino» (bufala); con Ivan Bodganov, l’ultrà serbo che mise a ferro e fuoco il Ferraris; con gli ultrà del Genoa che interruppero Genoa-Siena e pretesero che i giocatori si togliessero le maglie; con Jenny La Carogna prima della finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina: fu lui a dare l’ok per lo svolgimento della partita. Dopo tutte queste simpatiche “trattative”, adesso fanno i moralisti con Agnelli. A me i moralisti fanno schifo, soprattutto quelli una tantum.
Foto Ansa
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