Dsa aumentano perché esiste il problema. Lettera di risposta alla professoressa «sbigottita»

Di Tommaso Tornaghi
14 Luglio 2014
Un insegnante risponde all'intervento della professoressa Pellegrino pubblicato su tempi.it in merito ai Disturbi Specifici di Apprendimento. «È una rivoluzione, sì, ma in positivo»

Settimana scorsa abbiamo pubblicato una lettera della professoressa Margherita Pellegrino, insegnante a Segrate (Mi), molto critica sulla tendenza del nostro sistema educativo ad attribuire ogni difficoltà degli alunni a ipotetici disturbi mentali. Di seguito riportiamo un’altra lettera giunta in redazione e firmata da Tommaso Tornaghi, insegnante di Storia alla scuola media Massimiliano Kolbe di Lecco.

Scrivo in relazione all’intervento della professoressa Pellegrino in merito ai Disturbi Specifici di Apprendimento.

Non conosco la professoressa e non intendo essere polemico ma solo chiarire alcuni punti che, secondo me, nel suo articolo sono trattati con sufficienza.

Innanzitutto Disturbi Specifici di Apprendimento (dislessia, discalculia, disortografia, disgrafia) sono disturbi della capacità di apprendere diagnosticati solo ed esclusivamente in presenza di un quoziente intellettivo nella norma, in parole povere non esiste diagnosi di Dsa in presenza di un ritardo mentale .

Nell’articolo la professoressa afferma che i test di lettura e scrittura su cui si basa la diagnosi “hanno ben poco di scientifico”, non capisco questa affermazione; su quale evidenza si basa? Per la diagnosi occorre un’equipe formata da un neuropsichiatra infantile, un logopedista e uno psicologo: tre figure che non penso siano sempre e comunque in malafede e svolgano test “non scientifici”.

Nell’articolo si tratta un aspetto molto importante: si dichiara che “basta che un’insegnante non sappia insegnare per creare un alunno DSA”. La teoria di fondo (o almeno quello che mi sembra di capire) è che la scuola non insegni più a leggere, scrivere e far di conto e cerchi un capro espiatorio per le sue difficoltà, tra l’altro si insinua che ci sia una sorta di connivenza con psicologi e logopedisti per fornire “materiale umano” su cui lavorare a colpi di 80 euro a seduta.

Penso che la tesi sia totalmente da ribaltare partendo da un concetto importante.

Le diagnosi di Disturbi Specifici dell’Apprendimento aumentano perché il problema esiste e i docenti sono più attenti (fino a 10 anni fa nessuno sapeva che cosa fosse un dislessico e ancora oggi i passi da fare sono moltissimi). Troviamo conferma di questo nei paesi anglosassoni dove l’incidenza percentuale di questi disturbi è molto più alta a causa dell’opacità della loro lingua (l’italiano è per fortuna una lingua trasparente).

È vero invece che alcuni docenti utilizzano le diagnosi per evitare di compiere il proprio dovere e per avere una sorta di “scudo protettivo” per la propria incapacità; io credo però che sia scorretto mettere in dubbio l’esistenza della dislessia perché ci sono insegnanti disonesti e sleali.

Non è assolutamente vero, come dice la prof. Pellegrino, che basti individuare il disturbo e fare esercizio per correggerlo, purtroppo non esiste “medicina” efficace per i Dsa: come mi hanno insegnato fare esercitare di più un disortografico perché faccia meno errori di ortografia è come costringere un miope a sforzarsi di guardare meglio perché prima o poi vedrà oggetti più nitidi…assurdo.

È vero che la soluzione sta nella didattica e in un modo di fare didattica diverso, basato su immagini, schemi, mappe concettuali…, è una rivoluzione, sì, ma in positivo, finalmente ogni docente deve provare ad inventare un modo di insegnare che tenga desta l’attenzione di tutti, che permetta di imparare, questo lo farà mettere in gioco, lavorare e preparare lezioni sempre nuove e il più possibile provocanti per tutti: da docente non mi sembra un male, anzi….

Tommaso Tornaghi

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31 commenti

  1. Noemi

    Mi permetto di esprimere la mia opinione, nonostante io abbia “solo” 19 anni. Confrontando quello che ho fatto io alle medie e quello che sta facendo mio fratello (12 anni), mi accorgo di quanto il metodo di insegnamento tenda a mettere un “tappo” alla crescita mentale dei ragazzi. Secondo me é inconcepibile che in seconda media si faccia un tema dalla traccia “sei il personaggio di questa storia, ma sei un giocattolo dimenticato, perché sei cosí?”, é stupido e denigrante per i ragazzi di quell’etá. Mentalmente si ritrovano a ragionare come i bambini della scuola dell’infanzia. Che poi qualcuno dei problemi li abbia sul serio non lo metto in dubbio, ma credo che sia necessario addossare un bel po’ della colpa anche agli insegnanti che scelgono di far fare ai ragazzi cose relativamente stupide. (Scusatemi per gli accenti non giusti, ma sono all’estero e la tastiera é diversa)

  2. Loredana

    Egregio professore , le scrivo dalla sua città , Lecco. La mia bambina , ha fatto la terza elementare e nel mese di marzo , mi hanno segnalato che avrebbe potuto avere problemi di DSA, come lei nella sua classe altri 7 bambini. Perdo una giornata al telefono per cercare di prenotare una visita in ospedale, alla nostra famiglia di Bosisio e a quella di Lecco …..tempi di attesa biblici , circa un anno e mezzo …..Decido allora do portarla privatamente alla modica cifra di 250 euro…….le sembra giusto dover affrontare una spesa così onerosa per avere delle certezze??????? Non dovrebbe essere un servizio offerto dalla scuola? Sinceramente anche a me è venuto da pensare che forse gli insegnanti fanno prima a passare la palla a qualcun altro con un po’ troppa superficialità…… Distinti saluti

  3. maria regina

    Che dire.un ennesimo nemico dei bambini che finge di saperla lunga.si legga don Milani.

  4. Domenico Cangiano

    Insegno italiano in un’università americana. Disturbi comportanti un deficit di apprendimento ovviamente esistono, sarebbe assurdo negarlo. Altrettanto assurdo però negare che, fra pedagogisti e medici, si sia creato un vero e proprio business attorno a tale questione. Nella mia università circa il 35% degli alunni “soffre” di un deficit di apprendimento, ed ha dunque diritto ad una serie di agevolazioni (50% di tempo in più nei test, ecc.). Non è difficile trovare un medico “compiacente”…. supportato da genitori che, per una ragione o per l’altra, fomentano – anche economicamente – tale sistema…

  5. Alla lettera della prof Pellegrino, una replica da parte di un altro insegnante era necessario. Credo che di battaglie contro gli insegnanti ce ne siano sin troppe ed il senso del primo articolo favorisce questa tendenza. L articolo è superficiale. La prof si permette tesi su basi e dichiarazioni non documentate . Ho sempre visto nelle insegnanti più opportunità che minacce ma la mentalità chiusa non lascia spazio a nulla di costruttivo.

  6. elia

    da studente di logopedia che fa tirocinio in asl posso dire che più che il numero esorbitante di dsa è esorbitante il numero di bambini che viene segnalato dalle insegnanti come tale, per cui se un’insegnante segnala un disturbo alla famiglia poi per forza di cose parte un iter diagnostico per il bambino, perchè verrà inviato al neuropsichiatra infantile, il quale poi giustamente per non avere pesi sulla coscienza lo invierà al logopedista per valutare le capacità di apprendimento, quindi a ogni segnalazione parte per forza tutto questo iter che tra l’altro visto che prevede la cooperazione di più fiura sanitarie è anche un iter lungo. ma sapete su circa 100 bambini quanti effettivamente vengono diagnosticati dislessici, disortografici ecc? non più di 10-20 massimo. quindi secondo me il problema non è tanto nel numero di diagnosi, ma nel fatto che ormai a partire dalla scuola è un pò tutto uno scarica barile, cioè appena il bambino ha qualche difficoltà ance banale gli insegnanti (non tutti chiaro, so che è sbagliato generalizzare, ma serve a rendere idea del discorso) se ne lavano le mani, non provano nemmeno a dargli un aiuto o a mettersi in gioco, a creare un qualcosa che aiuti il bambino, ma apputo o per pigrizia, o per negligenza, o per incapacità, questo viene subito additato come problematico, diverso e mandato in diagnosi. secondo me è questa la vera pecca, e cioè che gli insegnanti dovrebbero essere più preparati su uesti temi, non solo sull’insegnare in cui ritengo che siano bravissimi e li stimo molto come persone, ma anche sull’adattarsi al bambino, sul capire un pò come comportarsi, su qualis trategia poter usare, perchè davvero non è che ogni bambino che legge male è dislessico, certo fa fatica “tirarlo in pari”, ma se la scuola avesse più strumenti ne gioveremme tutti visto che queste creature è li che passano metà della loro giornata.

  7. Mary

    Al di là di come la si pensi (personalmente credo che ci sia del vero in entrambe le posizioni), l’importante è non fermarsi alla diagnosi, che in se‘ significa poco, ma andare oltre e pensare a come recuperare. Troppo spesso le certificazioni rappresentano un sospiro di sollievo per i docenti, che possono etichettare un alunno e quindi sentirsi un po’ meno responsabili dei suoi “fallimenti” scolastici, e per i genitori, che finalmente smetteranno di sentirsi dire “suo figlio non si impegna”. Insomma sarebbe importante adeguare per davvero la didattica prima di introdurre semplicistiche, e spesso mal gestite, scorciatoie. Inoltre esiste la prevenzione. Basterebbe leggere un po’ di letteratura scientifica per comprendere come il modo di fare didattica, fin dalla scuola dell’infanzia, potrebbe cambiare il destino di molti bambini. Lavarsene le mani non serve a nessuno.

  8. samuela

    Io ho una teoria tutta mia …. provate a leggere il bugiardino dei vaccini che vengono somministrati ai nostri bambini.

    1. ftax

      Anch’io ho una mia teoria: prova a leggere un buon testo divulgativo di scienze cognitive o di neurofisiologia.

  9. Simonetta Ravo

    Sono una prof di sostegno e ritengo offensive le qualunquiste e ,me lo si consenta <, affrettate e incompetenti affermazioni della collega…è un problema di neurotrasmettitori (io sono biologa)e, in breve, se non si promuove una didattica basata sulla comunicazione didascalica si perde solo tempo, per il resto si tratta molto spesso di ragazzi e ragazze che non devono perdere le occasioni di apprendimento in quanto intelligentissimi

  10. Flavia

    È vero che ci sono bambini dislessici ma è vero anche che non è detto che il resto dei bambini possa ritrovarsi nel sistema di insegnamento! Io a 6 anni in classe non leggevo, devo dire che ero tremendamente timida e in una classe di 25 bambini ancora di più, la maestra voleva che io prendessi il sostegno; la mia pediatra disse che il sostegno lo doveva prendere la mia maestra perché , lei mi aveva capito, io sapevo già leggere! Alla fine quando mi sentii sicura iniziai a leggere senza essere passata dalla fase della divisione in sillabe della parola! La maestra rimase sbigottita! La verità è che le maestre non riescono a seguire cosi tanti bambini in maniera ottimale, si pensa che il sostegno risolva tutto! Ci sono tanti bambini che non si ritrovano in un sistema scolastico cosi organizzato e non sono dislessici! Conosco un ragazzo che alle elementari non riusciva ad andare bene, un giorno la madre sentì dalla cucina che stava suonando una chitarra giocattolo con una melodia orecchiabile senza aver mai studiato musica! È diventato un violinista eccezionale! Per cui io credo nel precedente articolo che comunque non escludeva affatto che esistessero i dislessici!

  11. Flavia

    È vero che ci sono bambini dislessici ma è vero anche che non è detto che il resto dei bambini possa ritrovarsi nel sistema di insegnamento! Io a 6 anni in classe non leggevo, devo dire che ero tremendamente timida e in una classe di 25 bambini ancora di più, la maestra voleva che io prendessi il sostegno; la mia pediatra disse che il sostegno lo doveva prendere la mia maestra perché , lei mi aveva capito, io sapevo già leggere! Alla fine quando mi sentii sicura iniziai a leggere senza essere passata dalla fase della divisione in sillabe della parola! La maestra alla fine rimase sbigottita! La verità è che le maestre non riescono a seguire cosi tanti bambini in maniera ottimale, si pensa che il sostegno risolva tutto! Alla fine ci sono tanti bambini che non si ritrovano in un sistema scolastico cosi organizzato e non sono dislessici! Conosco un ragazzo che alle elementari non riusciva ad andare bene, un giorno la madre sentì dalla cucina che stava suonando una chitarra giocattolo con una melodia orecchiabile senza aver mai studiato musica! È diventato un violinista eccezionale! Per cui io credo nel precedente articolo che comunque non escludeva affatto che esistessero i dislessici!

  12. Flavia

    È vero che ci sono bambini dislessici ma è vero anche che non è detto che il resto dei bambini possa ritrovarsi nel sistema di insegnamento! Io a 6 anni in classe non leggevo, devo dire che ero tremendamente timida e in una classe di 25 bambini ancora di più, la maestra voleva che io prendessi il sostegno; la mia pediatra disse che il sostegno lo doveva prendere la mia maestra perché , lei mi aveva capito, io sapevo già leggere! Alla fine quando mi sentii sicura iniziai a leggere senza essere passata dalla fase della divisione in sillabe della parola! La maestra alla fine rimase sbigottita! La verità è che le maestre non riescono a seguire cosi tanti bambini in maniera ottimale, si pensa che il sostegno risolva tutto! Alla fine ci sono tanti bambini che non si ritrovano in un sistema scolastico cosi organizzato e non sono dislessici! Conosco un ragazzo che alle elementari non riusciva ad andare bene, un giorno la madre sentì dalla cucina che stava suonando una chitarra giocattolo con una melodia orecchiabile senza aver mai studiato musica! È diventato un violinista eccezionale! Per cui io credo nel precedente articolo che non escludeva affatto che esistessero i dislessici ma si chiedeva se una parte delle diagnosi era da attribuire al pessimo insegnamento che c’è in alcune scuole!

  13. Flavia

    È vero che ci sono bambini dislessici ma è vero anche che non è detto che il resto dei bambini possa ritrovarsi nel sistema di insegnamento! Io a 6 anni in classe non leggevo, devo dire che ero tremendamente timida e in una classe di 25 bambini ancora di più, la maestra voleva che io prendessi il sostegno; la mia pediatra disse che il sostegno lo doveva prendere la mia maestra perchè , lei mi aveva capito, io sapevo già leggere! Alla fine quando mi sentii sicura iniziai a leggere senza essere passata dalla fase della divisione in sillabe della parola! La maestra alla fine è rimasta sbigottita! La verità è che le maestre non riescono a seguire cosi tanti bambini in maniera ottimale, si pensa che il sostegno risolva tutto! Alla fine ci sono tanti bambini che non si ritrovano in un sistema scolastico cosi organizzato e non sono dislessici! Conosco un ragazzo che alle elementari non riusciva ad andare bene, un giorno la madre sente dalla cucina che stava suonando una chitarrina giocattolo con una melodia orecchiabile senza aver mai studiato musica! È diventato un violinista eccezionale! Per cui io credo nel precedente articolo che non escludeva affatto che esistessero i dislessici ma che una parte delle diagnosi era da attribuire al pessimo insegnamento che c’è in alcune scuole!

  14. Rosso Algaia

    Non ho capito bene la frase “io credo però che sia scorretto mettere in dubbio l’esistenza della dislessia perché ci sono insegnanti disonesti e sleali.”
    Mi sembra una grave offesa nei confronti degli insegnanti, è come “perché ci sono molti psicologi disonesti e sleali”, esagerati termini nella discussione, ma forse è da tale interpretazione che nasce questo articolo di risposta alla lettera di Margherita Pellegrino che, statistiche alla mano, riporta il notevole aumento di casi e dialoga con i lettori argomentando le sue perplessità.
    Possibile che la fragilità in alcuni cromosomi (la mia tesi di laurea in psicologia) sia così diffusa e, soprattutto, possibile che, presente il fattore genetico, in tutti i casi si manifesti? Quali sono i fattori che favoriscono l’insorgere del DISTURBO?
    Perché sa, Tornaghi, non basta avere la predisposizione nel DNA perché esploda una schizofrenia o un disturbo bipolare (nel DSM, come il DSA).
    Ci vogliono eventi, traumi, disaffettività, incuria, malattie, problemi socio-economici etc. perché il “disturbo specifico di apprendimento ” si manifesti.
    Allora io, ex disgrafica senza saperlo, concordo pienamente con Margherita Pellegrino: il crescente aumento di queste “certificazioni” è sospetto; se avessi avuto, all’epoca mia, una diagnosi di DSA probabilmente la mia vita sarebbe stata completamente diversa e oggi, anziché fare l’insegnante, chissà dove mi avrebbero portato le mie funzioni cognitive “idonee”, in un mondo che basa tutto sul linguaggio verbale.
    Faccio presente, per chi non lo sapesse, che il DSA è oggi il 10% degli Americani ed è risaputa la facilità con cui in America si tende a curare con psicofarmaci persino una popolazione di fascia d’età infantile.
    Aglafra.

    1. Serena

      Io concordo e condivido ciò che hai scritto. Ho commentato nel gruppo genitori e ragazzi DSA, esprimendo gli stessi concetti e facendo rifermento ad una sempre maggiore americanizzazione delle diagnosi. Ho fatto anche una previsione: fra 10 anni saranno quasi tutti non solo DSA, ma anche ADHD, magari non prevalente, ma sicuramente da curare con farmaci. E allora si che ne vedremo delle belle, a suon di Ritalin o Equasym.

  15. Miriam

    Mi sono rincuorata nel leggere la lettera del Professor Tornaghi, stessa cosa nel leggere le risposte di altri insegnanti, sono madre di una ragazzina 15enne valutata Bes discalculica, un calvario in salita!
    La scuola fatica a riconoscere la sua difficoltà, i professori sono completamente disinformati e il dirigente scolastico ci ha gentilmente concesso un PDP solo dietro nostra insistenza, sosteneva che essendo SOLO un bes non ne aveva diritto ma se insistavamo….ok, il risultato? una sorta di copia e incolla di altri pdp, una vera tristezza, infine ci ha umiliati a dovere….chiedendoci se nostra figlia aveva o meno voglia di studiare!!!
    Sembra ogni volta di andare a chiedere l’elemosina quando è un diritto sacrosanto avere la possibilità di consultare mappe concettuali, il dispendio energetico fisico ed economico è a carico della famiglia che come sempre però viene considerata “assente” di conseguenza i figli sono “svogliati”.
    Ricordo di compagni di scuola delle elementari classificati come scemi, ritardati mentali e svogliati, a distanza di 50 anni la maggior parte di loro si è laureata, ha aperto attività imprenditoriali di successo….tiè (permettetemi) alla faccia loro!

  16. Marina

    Come madre di un bambino dislessico e di una bambina che non lo è’ sono rimasta stupefatta dalla lettera della professoressa e, in particolare dalla sua superficialità. Concordo invece pienamente con la seconda.
    Innanzitutto la diagnosi di dislessia non equivale ad un salvacondotto per smettere di imparare, anzi! Ciò che la legge garantisce ai dislessici e’ semplicemente poter utilizzare strumenti e metodi alternativi (es computer, libri elettronici ecc) per studiare le stesse cose che studiano gli altri. Per i dislessici non c’è insegnante di sostegno quindi nessun costo aggiuntivo per la scuola.
    Aggiungo anche che far studiare un figlio dislessico costa di più di uno normale (es acquisto di PC portatile per il bambino, sintetizzatore vocale, sfuma l’idea di comprare libri usati…). Non mi pare scandaloso che chi non può permetterselo riceva una mano dallo stato. Gli sprechi veri sono altrove!
    Infine mi permetto di far presente che 20 o 30 anni fa’ c’erano sicuramente meno dislessici ma ciò accadeva splicente perché non c’era diagnosi e attenzione al problema. Chi non leggeva bene o simili era considerato semplicemente un pelandrone o un ritardato che si puntava, al massimo, a trascinarsi dietro fino alla fine della scuola dell’obbligo.

  17. aNNa

    Io sono dislessica da 60 anni come 4 dei miei figli, la dislessia è un disturbo genetico!
    Non è nient’altro che un modo di essere che i figli ereditano come un naso storto o chi occhi azzurri!
    solo che la scuola non se ne accorge perchè crede che chi lo vive sia un “pelandrone”, si pensa che sia una disattenzione e che sia sufficiente esercitarsi per superarlo!
    Grazie a Dio ora ci sono gli strumenti compensativi, che io da piccola mi sono dovuta inventare, e la legge che ci sostiene.
    Io sto diventando vecchia e quando cala l’attenzione tutta la mia dislassia riesce fuori 😉
    l’esercizio non aiuta ma stanca, sopratutto quello non mirato tipo ricopiare parole o lettere.
    Normalmente il dislesico esercita l’intelligenza e la “allarga” in tutte le direzioni e per questo è un creativo in qualsiasi campo si esprima e questo è bellissimo perchè la fatica che facciamo ad imparare viene ricompensata da ottimi risultati, sempre che non incontriamo docenti che disprezzandoci ci frustrano e deprimono facendoci perdere ogni desiderio di lavorare sul e con il problema!
    Se motivato il dislessico con molto lavoro ha molti ottimi risultati.
    Perdonate gli errori ma sono dislessica e stanca!
    E felice di sapere e credere che Dio ci ha voluti così e perciò siamo “perfetti” … alla faccia di chi ci crede “storti”

  18. Daniela

    concordo che sono gli insegnanti a doversi dare da fare e trovare il modo x insegnare i concetti agli alunni, tuttavia il mondo dopo la scuola NON sarà così, non sarà il mondo che si adatterà alle persone che hanno dei problemi, ma sarà il contrario…

  19. Carlo

    Da insegnante (da 14 anni) e padre di un bambino dislessico sono d’accordo su tutto tranne che sull’inutilità dell’esercitarsi. E’ fondamentale invece che lo facciano anche se a volte sembra un impresa titanica e disumana. Non perché così “guariscono” ma perché possano trovare delle loro strategie alternative.

    1. Rossella

      Ecco, è il mio sospetto. Ti eserciti e con la memoria fotografica scriverai correttamente, nn tutto ma… E x la discaculia come la mettiamo?

    2. michela

      la sua risposta mi rincuora!!! Convincere mio figlio di 8 anni a continuare le sedute di logopedia per la sua disortografia è pesante e poi leggere che è inutile ti demoralizzi

  20. ALfonso MAsciocchi

    resto sbigottio…. a fronte della bellissima lettera di un insegnante coscienzioso i colleghi che hanno risposto parlano di disabilita’….. cari…. dopo la lezione vi aspetto nel campetto, qualcuno tornera’ a casa senza nemmeno un bottone e con un occhio nero…. Alfonso, dislessico adulto

    1. simona

      Cari insegnanti da certe risposte si evince che la strada per i dislessici alunni e per i genitori degli stessi, la strada è ancora in salita… ma riusciremo a far valere i nostri diritti.Simona Perfetto mamma di 2 figli dsa

  21. luca

    io so solo che ho preso due lauree (ingegneria e matematica), ho letto moltissimi libri in Italiano e in Inglese e ho scritto moltissimi articoli, eppure non posso scrivere senza un correttore automatico e non posso leggere ad alta voce… evidentemente ho qualche problema di fondo con queste attività.
    peccato che io sia grande, mi sarebbe piaciuto superare certe difficoltà

  22. Raffaella

    Di primo acchito sarei d’accordo con la professosressa sbigottita… poi mi tornano in mente tutti i compagni della mia classe elementare che avevano problemi di apprendimento. Un pò troppi: 2 dislessici e tanti altri che a 10 anni ancora avevano difficoltà a leggere. Io, che ero molto brava, di contro mi annoiavo a morte. Devo dire che la mia maestra non era affatto “democratica” e trattava come asini patentati tutti questi bimbi, con un particolare accanimento sui dislessici. Di fatto la nostra classe seguiva dei programmi speciali, anche di educazione fisica, perchè vi erano dei bambini classificati come handicappati. La cosa buona è che con questo nuovo metodo la tuition è individuale e mirata su questi bimbi e non su tutti. Certo che poi bisognerà risolvere il “problema” dei bambini ad alto potenziale intellettivo, oppure no??

  23. lucillo

    Trovo molto interessanti sia le argomentazioni della lettera della prof che quelle contenute in questo articolo.
    Un solo dubbio, di stampo andreottiano: per i bambini “classificati” DSA sono previsti gli stessi sostegni che dovrebbero essere garantiti ad altri bambini con differenti disabilità e/o deficit? Perché poi sento parlare pure di BES e non vorrei che fra DSA e BES si stia mettendo su una operazione per declassificare alcune situazioni ed operare ulteriori tagli alla scuola pubblica.

    1. Raffaella

      Probabile. Certo è che il trattamento dei bambini con difficoltà di appendimento ma nessun problema di disabilità dovrebbe essere trattato dagli insegnanti normali e non da quelli di sostegno, che hanno costi elevati e non rendono un fischio in questi casi…

    2. chiars

      Concordo pienamente con l’articolo.
      Per i bambini DSA non è previsto l’insegnante di sostegno ma sono tutelati dalla legge 170 del 2010 che prevede anche finanziamenti per la formazione degli insegnanti.

  24. Andrea

    Da insegnante, condivido pienamente.

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