Due Dogman da vedere e un Bisio fuori tempo massimo

I film omonimi di Besson e Garrone che valgono entrambi un plauso. “L’ultima volta che siamo stati bambini” non è malaccio. “The Covenant” così così

Il testo che segue è tratto dalla puntata settimanale di “Cinema Fortunato”, la newsletter di recensioni cinematografiche riservata agli abbonati di Tempi. Abbonati per riceverla ogni giovedì.

Legenda: ★★★★ pazzesco | ★★★ ci sta | ★★ ’nzomma | ★ imbarazzante
Dogman ★★★
Di Luc Besson
Dove vederlo: al cinema

Film un po’ troppo costruito ma segnato dalla prova straordinaria di Caleb Landry Jones. Luc Besson da sempre mescola la furbizia a una grande capacità di messa in scena: è il regista delle imprese impossibili (la sua Giovanna d’Arco, un po’ pop e un po’ trash), delle sperimentazioni continue (il trittico animato su Arthur e il popolo dei Minimei), degli azzardi produttivi (il fantascientifico Valerian e la città dei mille pianeti). Stavolta azzecca storia e interprete. Dirige una favola dark che strizza l’occhio a Tim Burton e al grande, indimenticabile, Freaks di Tod Browning e costruisce un film che è per metà melodramma tragico e per l’altra thriller senza luce...

Contenuto riservato agli abbonati: abbonati per accedere.

Già abbonato? Accedi con le tue credenziali:

Exit mobile version