
E’ l’Auditel la droga dei Tg
I mezzi d’informazione sono spesso sotto accusa, ad essi si imputano atteggiamenti di servilismo, di uniformità nei giudizi e di scarsa profusione culturale. Le polemiche si concentrano essenzialmente attorno all’aspetto politico-gestionale, ma basterebbe un po’ di attenzione per comprendere che i “mali” sono forse ancora più gravi. Se si monitorassero perlomeno i titoli di apertura dei maggiori Tg (pubblici e privati) si potrebbero rilevare interessanti spunti di riflessione. I Temi trattati sembrano ripetersi con scadenza ciclica, quasi ad indicare una patologica reiterazione solamente in un dato periodo temporale. L’informazione, sembra così procedere attraverso un filtro di priorità che sembra rispondere esclusivamente ad una precisa logica d’ascolto. Insomma, se due anni fa i titoli dei Tg si concentravano attorno alle problematiche legate alle stragi del sabato sera, ora sono i pirati della strada a farla da padrone. Non si vuole qui contestare la testimonianza giornalistica di un fatto di cronaca, quanto l’uso speculativo. Cancellati dalle notizie principali, ad esempio, sembrano i problemi legati all’abuso delle sostanze stupefacenti. In altri momenti questi temi sembravano catalizzare l’attenzione di Tv e giornali, ora sono come scomparsi dall’agenda dei problemi da risolvere. Eppure, basta assistere a qualche conferenza promossa da esperti del settore per accorgersi che l’allarme è tutt’altro che rientrato. Stiamo assistendo ad esempio al boom della cocaina, un tempo droga di èlite e oggi spacciata nelle “piazze”. Nella sola Lombardia, il numero di persone con problemi di abuso è aumentato del 10% rispetto all’inizio del 2000. Stesso discorso vale per le droghe sintetiche che, hanno avuto il loro momento di popolarità solo quando tragici avvenimenti hanno permesso ai mezzi di informazione di fare scoop ed ascolti. Insomma per fare una buona informazione bisognerebbe guardare un po’ meno i dati Auditel e un po’ di più la società.
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