«Ecco qui mia figlia, “prodotto” di uno stupro orribile. Ma la colpa non è sua»

Di Benedetta Frigerio
10 Luglio 2016
Libbie Peters, studentessa e mamma di una bambina concepita con l'uomo che l'ha violentata, risponde all'ennesima sentenza pro aborto raccontando la sua storia

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Per mesi aveva nascosto la verità sulla sua bambina. Una storia di violenza che non aveva rivelato a nessuno, per discrezione e anche per paura di subire ritorsioni. Ma dopo la sentenza della Corte Suprema che, in nome dei “diritti delle donne”, ha abolito la legge texana che poneva limiti all’aborto, non ha potuto più tacere. Ha deciso di raccontare tutto in un un post sul suo blog.

Lei è una studentessa universitaria texana di nome Libbie Peters, che ha dato alla luce una bambina concepita in una notte di divertimento con le amiche finita nel peggiore dei modi: stuprata da uno sconosciuto. Se ha deciso di raccontare la sua storia, premette, «non è perché voglia la vostra pietà, ma perché voglio educarvi». Libbie vuole affrontare il tema «dal punto di vista di una vittima» come fanno tanti difensori del “diritto di abortire”, ma con l’intento di ribaltare i luoghi comuni e le risposte automatiche. «Perché eccomi qua: la risposta perfetta all’esempio che ho sentito mille volte: “Beh, come la mettiamo se una donna viene stuprata? Dovrebbe poter scegliere!”». È vero, commenta Libbie, «avete ragione», la donna «dovrebbe poter scegliere. Ma non se il bambino debba vivere o meno, bensì se vuole questa tremenda benedizione nella sua vita o se vuole benedire un’altra famiglia con questo dono prezioso».

Quella sera di poco più di un anno fa «era una sera come le altre», ricorda la ragazza. Un paio di birre con le amiche e un bicchierino offerto da ragazzi incontrati nel locale. Purtroppo per Libbie, però, «dopo non è stato più normale». Per una donna robusta come lei «quella piccola quantità di alcol nel corso di quattro ore e mezza in cui siamo stati al bar non avrebbe dovuto avere l’effetto che ha avuto». Invece Libbie del “dopo” non ricorda nulla. Solo di essersi risvegliata sul sedile posteriore di un’auto «completamente nuda, di fronte al ragazzo che avevo incontrato al bar, l’uomo che ancora oggi temo». Tornata a casa, la ragazza si è accora di essere piena di lividi e, due mesi dopo, «scoprii quello che temevo: ero incinta del figlio del mio aggressore». Di quella bambina che ora tiene in braccio nella foto che illustra il post: «Questa preziosa bambina è l’esito di una circostanza orribile, terrificante, ma la colpa non è sua».

Non che sia stato tutto facile per Libbie. «Mentirei se non ammettessi che ho pregato ogni sera che mia figlia somigliasse a me e non prendesse niente di quell'”uomo”. E mentirei se non ammettessi che certi giorni, quando la guardo, ritorno con la memoria a quella notte, e a come rintracciai lui per dirgli che ero incinta, e come lui all’inizio si comportava come se volesse essere parte della vita di lei, e poi il giorno dopo mi spinse contro un muro minacciando di uccidere me e mia figlia». La ragazza però ha scelto di rigettare qualunque vittimismo. Non ha voluto nemmeno sussidi dello Stato, nonostante «essere una mamma single e insieme studentessa a tempo pieno non sia facile né redditizio». Libbie ha «scelto di farcela da me invece di essere l’ennesimo stereotipo “che campa sulle spalle del governo”».

La vita di questa ragazza è tutt’altro che facile dunque. «Eccomi qui, un anno e mezzo dopo, stressata, sempre stanca, con la sensazione fissa di essere sul punto di fallire nella vita o come madre. Ma non mi pentirò mai della mia decisione di sceglie di dare la vita a questo prezioso angelo». Libbie si rivolge di nuovo «a tutti coloro che pensano che questa sentenza sia “coraggiosa” e “incredibile” e “una vittoria per le donne del Texas e di tutta l’America” (citazione da Hilary Clinton), per dire che invece è un giorno molto triste per il paese». Perché l’aborto «non è un diritto della donna, ma toglie la vita agli innocenti e agli indifesi». Quindi «date una bella occhiata», conclude Libbie riferendosi alla foto di lei con la sua bambina in braccio. «Ecco qui la faccia di una sopravvissuta e un “prodotto” di uno stupro”. Felici, sane e amate l’una dall’altra».

@frigeriobenedet

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32 commenti

  1. Vale

    Molto coraggiosa. Credo sia stata una scelta giusta ma molto difficile. Che dio ti benedica.

  2. Caterina

    Libbre Peters ha fatto una scelta. L’importante e’ che tutte le donne siano e restino libere di scegliere.

    1. Rolli Susanna

      @ Caterina
      …peccato, poi, però, che qualcuno non possa decidere per se stesso!! , e rimetterci la vita..

      1. Elisa

        Susanna, quel “qualcuno” è un feto, che nei primi mesi di gravidanza non può vivere se non nel corpo della madre. Quindi, è parte del suo corpo, di cui la madre ha disponibilità. Puoi accettare o meno questa cosa dal punto di vista umano, sentimentale, religioso.. ma dal punto di vista scientifico, e di conseguenza giuridico, quello non è un “qualcuno”, quella è una parte del corpo di una donna, che giustamente ne fa ciò che vuole. C’è poco da fare.. non si possono dare a un embrione i diritti di un essere umano “compiuto”. Ognuno di noi ha la sua morale, io per prima non mi sentirei mai in grado di abortire, ma non mi permetterei mai nemmeno di imporre quella che è la mia morale, le mie convinzioni, le mie scelte, ad altre donne.

        1. Rolli Susanna

          Allora, puoi “ringraziare” lo Stato che ti permette di uccidere un FETO -come dici bene tu- sgradito: ELIMINARE FISICAMENTE, capisci o non capisci!..Poi quasi mi vien da ridere _ anch ese ci sarebbe da piangere!, quando dici che “non può vivere se non nel corpo della madre”; fino all’ultimo secondo il bambino ha bisogno del corpo della madre!! – HAI SCRITTO M A D R E….i polmoni vanno perfezionandosi in tutte le loro funzioni propri negli ultimi tempi di gestazione: se nasce anzitempo possono esserci grossi rischi per il bambino il quale necessita del ricovero e dell’incubatrice.
          IL BAMBINO DOVREBBE SENTIRSI AL RIPARO, AL SICURO NELLA PANCIA DELLA MADRE!!

          1. Elisa

            Non è vero che il bambino ha bisogno del corpo della madre fino all’ultimo secondo.. già dal quinto mese di gravidanza un bambino ha speranze di sopravvivenza fuori dal corpo della madre. Infatti l’aborto è permesso solo entro il terzo mese, perchè entro quella data sicuramente morirebbe, non essendo ancora “persona” ma essendo ancora “feto”. Capisco il sentimentalismo, il bambino che deve sentirsi al sicuro, la madre che deve amarlo sin dal primo momento.. e moralmente, ripeto, posso anche trovarmi d’accordo con te. E, onestamente, le donne che abortiscono perchè “non vogliono avere figli” le trovo profondamente egoiste. Diverso è il discorso per le donne in difficoltà economiche o per quelle che scoprono gravi malformazioni nel feto. Ma questa è una mia opinione personale, non le potrei mai considerarle delle assassine, perchè mi rendo conto che scientificamente non hanno ucciso un essere umano, ma hanno liberamente disposto del loro corpo.

            Se per qualsiasi motivazione (non solo religiosa!) si è contrari all’aborto, si dovrebbero fare campagne di sensibilizzazione, iniziative per aiutare anche economicamente le ragazze madri, educazione… questo ben venga! Diciamo alle donne che non sono sole, che c’è qualcuno pronto ad aiutarle, ma non possiamo costringere nessuno con la legge a partorire un figlio!

          2. Rolli Susanna

            non sai il male che mi fai quando scrivi che il feto è feto e non bambino; quando è fatto a pezzi, vengon tirati fuori (perdonatemi ma Elisa sembra non VOLER capire) piccole parti del bambino; molto ginecologi, improvvisamente risvegliatisi dal torpore morale in cui si trovavano, hanno deciso di non compiere più aborti, cioè di non eliminare più dei bambini, non feti; se fossero stati solo FETI non avrebbero avuto problemi a continuare il loro “lavoro”, invece, siccome si sono resi conto di ELIMINARE vite altrui, han deciso di cambiare mestiere, meglio, di non praticare più aborti. Poi, francamente, pretendiamo i lrispetto del prossimo e con la 194 dimostriamo il valore che ha il prossimo ai nostri occhi!! I bambini ammalati che tu faresti fuori tranquillamente sono VIVI, capito, VIVI!!, con un cuore che batte!!, e se un bambino nasce sano può sempre capitare nella vita -tutti i giorni della vita- che improvvisamente si ammala: ci hai mai pensato a questo? Elena, ti saluto, con me hai chiuso.

          3. Sebastiano

            “…scientificamente non hanno ucciso un essere umano, ma hanno liberamente disposto del loro corpo…”

            Fammi capire un pochetto: quand’è, esattamente, che un “feto” (che “…non è un “qualcuno”, quella è una parte del corpo di una donna, che giustamente ne fa ciò che vuole…”, sono parole tue) cessa di essere tale e diventa “persona”?

            Ti vengo incontro: lasciamo pure da parte la morale, mi basta una risposta “scientifica”.
            Dovrebbe essere semplice, no?

          4. Elisa

            Susanna, che un feto sia “vita” non c’è dubbio, nè per me nè per la scienza. La domanda non è “il feto è vita?” perchè dal momento in cui si nutre, respira e cresce, è vita a tutti gli effetti. La domanda è “il feto, fino ai tre mesi di gravidanza, è una PERSONA? Con tutti i diritti annessi alla persona?” e a questa domanda non puoi rispondere con la scienza, ma ognuno di noi risponde con la sua morale. Perchè ti pare dispregiativo chiamarlo “feto”? E’ questo che è. Un feto, che diventerà bambino, che diventerà uomo. Qualsiasi ginecologo, obiettore e non, ti direbbe che fino a tre mesi si chiama “feto”. Prima si chiama embrione, prima ancora ovulo fecondato. E qualsiasi ginecologo, obiettore e non, ti direbbe che scientificamente non è assimilabile a una persona. Io capisco perfettamente, capisco talmente tanto che umanamente sono d’accordo con te, pensa un po’!

            Oltre al discorso “morale” ho fatto il discorso “utilitaristico”. Tanto è di questo che si parla, l’aborto può essere un reato? Era un reato prima della legge 194, ma questo non ha impedito che molte donne abortissero lo stesso.
            “Ma anche con la legge sull’omicidio le persone uccidono lo stesso”. Esatto, ma quando uccidi una PERSONA, e questa viene a mancare, è possibile aprire un’indagine, è possibile punirti. Quando rimuovi una parte di te stessa come fare a punirti? Una donna potrebbe benissimo nascondere il suo stato di gravidanza entro i primi mesi. Che fare? Andiamo in giro per le case e facciamo i test di gravidanza a tutte per vedere se sono incinte o meno? Le seguiamo passo passo per assicurarci che portino a termine la loro gravidanza? Se diciamo cose forti e incisive come “l’aborto deve essere reato” poi dobbiamo anche preoccuparci di come farla rispettare una legge del genere. Siamo tutti buoni a lanciare la pietra e nascondere la mano. Andate fino in fondo: come si fa a far partorire per forza una donna?

            Sebastiano, la risposta alla tua domanda era implicita nel mio intervento. Non c’è un momento in cui il feto diventa bambino. Direi che la differenza sta qui: quando il feto in questione riuscirebbe a sopravvivere senza il corpo della madre? Alcuni riescono a nascere al quinto mese, altri morirebbero. Non c’è una data certa, dipende da caso a caso, ma ciò che è certo è che al terzo mese sicuramente NESSUNO sopravvivrebbe. Al terzo mese di gravidanza in nessun caso siamo di fronte a un bambino. Quindi la tua domanda è formulata male. Non ci dobbiamo chiedere “quando un feto diventa persona?” ma “fino a che termine il feto non lo è sicuramente?”

          5. valentina

            Hai mai notato che tutte le donne dicono di avere un bambino nella pancia ?
            Hai mai sentito parlare anche una sola donna incinta del “feto ” ?
            Sono età della vita, sempre della stessa vita UMANA, non un carciofino, né un gattino, né una cistifellea, una vita umana che dal momento della fecondazione sta crescendo. Scientificamente, lo stadio dei primi mesi di vita umana, chiamato oggi feto, è uno stadio come quello dell’infanzia o della vecchiaia, una tappa della vita umana. Non c’entra niente se quel figlio può sopravvivere o meno, tanto è vero che comunque un bambino appena nato non può sopravvivere in nessun caso da solo e c’è chi ha prospettato seriamente la legalizzazione dell’infanticidio entro l’anno di vita , per gli stessi tuoi motivi.
            Certo, è anche vero che se quel bambino ha delle malformazioni, spesso da bambino viene “promosso” feto e così sembra più facile eliminarlo.
            Noi non abbiamo idea di quanto ci perdiamo in umanità a non permettere a queste vite umane di svilupparsi, vite umane uniche, irripetibili, che siano gradite o sgradite, come anche noi siamo graditi o sgraditi, solo più forti e grossi.

          6. Elisa

            Aspetta Valentina, non confondiamo la capacità di vivere autonomamente con la possibilità di farlo. Un bambino non riuscirebbe a procurarsi cibo autonomamente nei primi anni di vita, ciò non significa che la madre ne abbia la disponibilità. Non mettermi in bocca parole che non ho detto, anche se non sarebbe la prima volta che i commentatori di questo sito cercano di farlo.

            Continuate a fare discorsi di morale, discorsi che non posso e non mi permetterei mai di contestare. Pensi che la vita di un bambino malformato sia comunque unica e irripetibile? Fai bene a pensarlo, forse quel bambino sarà la cosa più bella che ti sia mai capitata. Fai le tue scelte in base alle tue convinzioni morali, nessuno ti impedirà di farlo. Quello che vi sto chiedendo è in base a cosa volete imporre a chiunque di fare le vostre stesse scelte? In base a una tutela della vita che è solo di facciata, perchè sapete bene che con l’arma del diritto penale non impedirete a nessuno di abortire e di rimanere impunito. Come si fa a controllare che una donna partorisca? Non sto giudicando il vostro concetto di vita e di uomo, ci mancherebbe. Susanna è anche molto coerente da questo punto di vista, lei rifiuta persino la contraccezione! Faccia ciò che vuole, facciate tutti ciò che volete. Quello che non concepisco è la volontà di imporre la propria morale ad altri. Perchè non si tratta di scienza, di oggettività, si tratta di morale. E’ questo che non capite.

          7. valentina

            Il fatto che la vita umana cominci con la fecondazione, è SCIENZA.
            Ti suona, Elisa, il non voler imporre ad un omicida di non uccidere ?
            Tu perché glielo vorresti imporre ?
            Si tratta di morale e se l’omicida vuole uccidere una vita umana, perché imporgli la nostra morale ?
            Il figlio nel ventre materno è solo una vita umana agli inizi , è in una tappa diversa della vita umana, come tu ora sei una donna e prima eri un feto e poi una bambina e poi un’adolescente.
            Non ci sono salti di nessun genere nello sviluppo della vita umana, solo tappe.
            Ti suona così strano che si voglia difendere questa piccola vita indifesa ?
            Poi, il discorso sul come e sul quando impedire l’aborto, viene dopo.
            Se si riconosce che un omicidio è una cosa brutta, il come e il quando impedirlo viene di conseguenza.
            Come non si impedisce l’omicidio in ogni caso ( non credo nessuno vada di casa in casa a controllare che ci si ammazzi ), così non si impedirà mai del tutto l’aborto.
            Ma un omicidio è un omicidio, e un aborto è un aborto, cioè l’uccisione di un figlio nel ventre materno ed è lecito chiedere che non sia legalizzata un’uccisione di una vita umana all’inizio dello sviluppo.

          8. Elisa

            L’omicidio, come dice la parola stessa, presuppone che dall’altra parte ci sia un uomo, una vita giunta a “compimento”. Certo che la vita umana comincia con la fecondazione, non serve chissà quale scienziato per dirlo, dallo spermatozoo in poi è un continuo progredire verso il risultato finale. Ma i diritti inerenti alla persona intervengono solo dal momento in cui si raggiunge questo risultato finale. Non si può affermare il diritto assoluto alla vita di una cellula fecondata perchè “un giorno diventerà persona”. Le cose vanno valutate allo stato in cui si trovano. Una cellula fecondata è vita, ma non è “persona”, un feto è vita, ma non è ancora una “persona”. Ogni fase dello sviluppo umano ha i suoi diritti e i suoi doveri. Da bambina avevi diritti che ora non hai più, ora ne hai altri che prima non avevi.. il diritto guarda alle cose come sono ADESSO, non a come potenzialmente diventeranno.

            Ciò non toglie che tu sia comunque libera di considerare vita il feto, la cellula fecondata, persino lo spermatozoo. E sei libera di aprire gruppi di sostegno alle ragazze madri, sei libera di esprimere le tue convizioni e, se tu fossi una ginecologa, saresti libera di NON commettere quello che nelle tue convizioni morali è un omicidio. Quello che non sei libera di fare è mettere in prigione chi ha convizioni morali dalle tue. Ma sii sincera, te la sentiresti di sbattere in galera una donna che ha abortito perchè ha scoperto che il figlio che porta in grembo ha una malformazione grave? Di considerare il suo un “omicidio” al pari di chi uccide la madre per l’eredità o di chi uccide il vicino di casa che fa schiamazzi? Eppure se consideri quella del feto “vita a tutti gli effetti” i risultati dovrebbero essere questi. Stessa pena, magari aggravata per i motivi futili, ma comunque stessa pena!

    2. artax

      L’importante è che nessuno possa decidere della vita umana altrui.
      Se può campare gente che campa alle nostre spalle con contributi su contributi pagati da noi ( anche se credo sia giusto che chi non è in grado di provvedere a se stesso, di lavorare, sia campato dalla società) perché non può campare la deliziosa figlia di questa ragazza coraggiosa ?
      Una figlia così avrebbe fatto la felicità di tante coppie, se Libbie non se la fosse sentita di crescerla.

      1. Elena

        Ma quale vita?
        Nel microscopico grumo di cellule che tu chiameresti embrione c’è meno vita che nella più piccola delle formiche che schiacci.

        1. Rolli Susanna

          Somma e sapiente ELENA,
          tu sei il risultato di un MICROSCOPICO GRUMO DI CELLULE non molestato e lasciato là dove lui s’era accovacciato bene, al calduccio e tra i rumorini intestinali della mamma tua, la quale, pensando che dopo nove mesi sarebbe saltato fuori un BAMBINO/A, ti ha lasciata stare in santa pace al calduccio…..Hai avuto, quindi, una mamma che ha riconosciuto il tuo valore di figlia: dalle la soddisfazione di essere orgogliosa di te, di grazia!!

          PS: ancora non comprendo bene il perchè della definizione GRUMO DI CELLULE; domanda: se è SOLO un grumo di microscopiche cellule, perchè non le lasciate lì dove sono invece di mettergli le mani addosso e intervenire per rimuoverle, in fretta e furia?, in fondo non si tratta mica di un tumore ma solo di un grumetto di celluline lì, così, sensa senso…. La MENZOGNA mi dà ancor più fastidio dell’ignoranza e, quando queste due “qualità” si assommano, mi vien fuori una strana sensazione di vomito. Scusate.

          1. gabriele

            Ben detto Susanna,(bellessimo nome)a volte le parole sono pietre,e tu riesci ad esprimere con sincerità quello che io non riesco a dire.
            Mi permetto un fraterno abbraccio.

          2. Rolli Susanna

            Grazie per i sensi di stima, Gabriele,ti abbraccio anche io! Pensa, solo in Italia cinque milioni di bambini all’anno non potranno mai farselo un bell’abbraccio, indovina perchè!!
            Il nome Susanna lo scelse per me mio fratello maggiore (ovvio!!!) dopo che ebbe visto la pubblicità dei famosissimi formaggini Susanna!, wow!, e buoni che sono! Susanna è un nome biblico, compare sia nel V.T che nel N.T.; nel Vecchio si narra di Susanna al fiume accusata dagli anziani di adulterio, nel Nuovo c’è una Susanna nel seguito femminile di Gesù (Luca 7,36). Poi -e ti lascio in pace- c’è da dire che è un nome piuttosto raro, ma che in questo sito Tempi compare abbastanza spesso; Susanna Tamaro, Susanna Mitica Campus e la sottoscritta.
            Ciao!, Dio ci benedica!

        2. Annalisa Ferramosca

          Gentile Signora Elena,
          Lei, dunque, pensa che l’essere umano diventi magicamente tale al momento della nascita? o magari quando dice ‘mamma’ per la prima volta?
          Siamo tutti fragili e nessuno di noi sfuggirà alla morte: è una buona ragione per consentire l’omicidio o per non prenderci cura gli uni degli altri?
          Molto cordialmente

          1. Ferromosco Annaliso

            molto cordialmente le nostre regole prevedono che la donna possa scegliere,e che tutti voi compresi finanziate tale pratica con il vostro lavoro e con le vostre tasse. se non vi sta bene,andatevene.
            Ancora piu’ cordialmente

          2. Sebastiano

            E, cordialissimamente, le nostre regole prevedono che ognuno possa esprimere la propria opinione in merito, anche se qualche grullo con i neuroni a spasso si diverte a trollare, storpiando il nome di chi lo precede e senza entrare nel merito del discorso (anche perché in fondo ha paura di non avere argomenti).
            Quanto all’invito che elargisce in perfetto stile fascistoide, forse dovrebbe ricordare che qui l’ospite è lui, e visto che l’ambiente non gli piace dovrebbe trarne le logiche conseguenze. Ma capisco che forse un siffatto ragionamento gli è di troppo.

          3. Rolli Susanna

            REDAZIONEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!, le parolacce e le volgarità fuori da questo sito, grazzzie!

          4. Annalisa Ferramosca

            Egregio Signor Ferromosco Annaliso (è davvero il Suo nome?),
            come osserva il lettore Sebastiano (che vivamente ringrazio di avermi difesa), il Suo intervento ha veramente poco a che fare con il contenuto del mio, che si limitava a ricordare la realtà biologica dell’essere umano, il quale non diventa tale dal momento della nascita, ma dal concepimento, anche se il diritto italiano gli attribuisce la capacità giuridica solo dal momento della nascita (noti bene che tale norma risale a quando ancora l’aborto era penalmente sanzionato e serviva, essenzialmente, ad evitare incertezze in materia di successione in caso di aborto spontaneo).
            Non si preoccupi, che le imposte le ho sempre pagate, anche se, di tutti gli impieghi del denaro pubblico, il finanziamento dell’aborto è il più abominevole. Lei parla di possibilità di scelta della donna, ma ha mai visto un consenso informato dell’embrione o del feto alla sua uccisione? O Le pare civile l’uccisione dell’innocente indifeso? Tanto più che nella grande maggioranza dei casi non vi è alcun pericolo per la vita della madre.
            Quanto all’andarmene, se intende ‘dall’Italia’, sono cittadina italiana dalla nascita, come tutti i miei ascendenti sin dall’Unità d’Italia, e non ho alcuna di intenzione di lasciare la mia patria. Il che non mi impedisce di sperare in un miglioramento della sua legislazione.
            Con i più cordiali saluti alla Redazione ed a tutti i lettori,
            Annalisa Ferramosca

  3. gabriele

    Grazie,mi avete fatto piangere dalla commozione,complimenti alla Mamma.

  4. Ed Straker

    Se la polizia america avesse i mezzi di quella di Bergamo lo stupratore sarebbe già in galera da un pezzo.

    1. ondina

      Che bimba deliziosa.
      Una cosa è discettare sul nulla, una cosa è guardare questa bimba.

      1. Ed Straker

        Bene Ondina, lei si concentri sulla Bimba che ci penso io a quello stupratore di suo padre.
        Divisione dei ruoli.

        1. Ondina

          Ed Straker, pensavi che mi riferissi a te ?
          No, non mi riferivo a te, ma a quelli che chiacchierano della libertà di scelta di uccidere una bambina.

  5. soldo

    …“Beh, come la mettiamo se una donna viene stuprata? Dovrebbe poter scegliere!”».
    È vero, commenta Libbie, «avete ragione», la donna «dovrebbe poter scegliere.
    Ma non se il bambino debba vivere o meno,
    bensì se vuole questa tremenda benedizione nella sua vita
    o se vuole benedire un’altra famiglia con questo dono prezioso»….

  6. Rolli Susanna

    Senza la Sua Misericordia e la Sua Grazia, da soli, non ce la posiamo fare…

    1. Rolli Susanna

      Gli altri post sono spariti…., scritti prima. Boh!!

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