
Scontri in Egitto tra esercito e Fratelli Musulmani: «75 vittime»
Ventuno, settanta, settantacinque, centoventi morti. Non è chiaro quante persone siano rimaste vittime negli scontri tra i Fratelli Musulmani e l’esercito, e tra la Fratellanza e i sostenitori del governo. La sera di venerdì sono scesi in piazza due cortei nelle principali città dell’Egitto e si sono fronteggiati. Ma il numero di morti potrebbe essere elevatissimo a causa dell’attacco sferrato all’alba dalle forze di sicurezza egiziane contro il sit-in a oltranza, organizzato dai Fratelli Musulmani nella parte nord-orientale del Cairo per esprimere sostegno al deposto presidente Mohamed Morsi.
MINISTERO SANITÀ POCO CREDIBILE. Secondo il ministero della Sanità i morti non sarebbero più di 21 e centottanta i feriti. Ma il portavoce del dicastero, Khaled al-Khatib, ha spiegato che ci si è limitati al numero di cadaveri portati negli obitori e a quello delle persone che sono ricorse alle cure degli ospedali ed è risaputo che i Fratelli Musulmani non si fanno portare negli ospedali pubblici temendo di essere arrestati, ma in ospedali da campo auto-allestiti.
SI TEMONO 120 MORTI. Secondo quanto dichiarato dalla Fratellanza, l’esercito avrebbe ucciso 70 persone. Per l’agenzia ufficiale Mena le vittime sarebbero invece 75 e per al-Jazeera, che appoggia fortemente i Fratelli Musulmani, i morti sarebbero 120 e i feriti oltre 4.500. Secondo gli islamisti, per disperdere il sit-in l’esercito ha sparato mirando alla testa, al collo e al torace dei manifestanti.
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Se gli islamisti dei fratelli mussulmani fossero stati pacifici, non sarebbe morto nessuno.