Egitto: la tv di Stato incita gli islamici alla caccia ai copti – RS

Di Redazione
12 Ottobre 2011
Oltre venti copti vengono massacrati e schiacciati dai carri armati dell'esercito. La tv di Stato sostiene con un titolo rosso a tutto schermo e senza vergogna: "Diciannove soldati uccisi dai copti". Poi l'appello all'islam e al pericolo del dilagare dei cristiani, così in piazza scendono bande di cittadini aizzati dalla polizia e si scatena una caccia ai cristiani: "Cristiani dove siete, qui c'è l'islam"

Daniele Raineri, inviato al Cairo, racconta sul Foglio la carica dell’esercito egiziano, che domenica ha causato la morte di oltre venti copti, contro i cristiani che protestavano pacificamente contro la distruzione di una chiesa ad Assuan: “Credono tutti, i copti della grande processione di domenica sera, con i preti con le stole, le croci illuminate dalle lampadine e lo striscione bianco ‘martiri a richiesta’, che l’unico attacco sia quello di benvenuto che subiscono appena varcati di confini di Shoubra, uno dei quartieri in cui sono la maggioranza. Piovono sassi da sopra il cavalcavia, loro rispondono, poi nient’altro. (…) Dall’altra parte della strada c’è il palazzo della televisione, uno degli edifici più brutti del mondo, circondato da filo spinato e cancelli di ferro. In mezzo i copti. I militari non contengono più la folla, si fanno prendere dal panico. I blindati partono e muovono su e giù sulla strada, chi non riesce ad appiattirsi ai lati sparisce sotto le ruote. Dalla cima le torrette sparano. Morti e feriti finiscono all’ospedale dei copti, dove si capisce subito che tipo di ‘scontri’ sono: soldati contro civili a piedi” (Foglio, p. 1).

“La corrispondente del Christian Science Monitor, Kristen Chick, racconta di corpi scoppiati dal peso dei blindati. (…) I copti reagiscono, salgono su un blindato, lo incendiano, muoiono quattro soldati. Dopo i morti le cose prendono la forma di un golpe: le forze di sicurezza occupano le sedi di due emittenti televisive che stanno trasmettendo in diretta le immagini. (…) La tv di Stato sostiene con un titolo rosso a tutto schermo e senza vergogna: ‘Diciannove soldati uccisi dai copti’; lo speaker invita la gente a scendere nelle strade per difendere l’esercito dell’Egitto dall’aggressione dei copti – anche se è chiaro che la maggioranza dei morti è copta. Ieri mattina, infine, è arrivata anche l’immancabile allusione alla ‘mano straniera’ che giustificherebbe la mano pesante dei militari” (Foglio, p. III).

“L’appello all’islam e al pericolo inesistente del dilagare dei cristiani è stato infallibile: in piazza sono davvero scese bande di cittadini aizzati dalla polizia, s’è scatenata una caccia ai cristiani, ‘cristiani dove siete, qui c’è l’islam’, gridavano. (…) Si crede che l’Egitto possa essere diretto verso il modello turco, un partito islamico di maggioranza impegnato a contendere legge dopo legge il territorio ai laici. Invece è più diretto verso il modello algerino: una giunta militare disposta alla violenza, in questo caso a passare con i mezzi blindati sopra una processione dei cristiani copti pur di mantenere il potere” (Foglio, p. III).

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