Egitto, referendum Costituzione: «Se l’affluenza sarà alta significa che il popolo vuole essere guidato da un generale»

Di Leone Grotti
16 Gennaio 2014
Intervista a Kristen Chick, corrispondente dal Cairo per il Christian Science Monitor: «La gente non si è fatta spaventare dai Fratelli Musulmani ed è andata a votare per appoggiare i militari»

«Gli egiziani non si sono fatti intimidire dai Fratelli Musulmani e sono andati a votare. Il dato dell’affluenza sarà tanto importante quanto il risultato del referendum». Ieri sera si sono chiuse le votazioni in Egitto sulla Costituzione. La nuova Carta (qui le principali novità), che sostituirà quella vecchia approvata a colpi di maggioranza dagli islamisti, conferma il potere dei militari nel paese, il ruolo della sharia come principale fonte legislativa ma definisce il paese uno «Stato civile» e migliora il rispetto della libertà religiosa.
Però «il referendum non riguarda solo la Costituzione – dichiara a tempi.it Kristen Chick, corrispondente dal Cairo del Christian Science Monitor – se l’affluenza sarà alta, significa che la gente approva i militari e l’esclusione dei Fratelli Musulmani».

Lunedì ci sono stati 11 morti durante gli scontri tra islamisti ed esercito. I militari hanno dispiegato un numero ingente di forze: gli egiziani erano spaventati?
Dipende dalle regioni. Al Cairo la gente non sembrava essere per niente spaventata. Lunedì mattina nel quartiere di Imbaba c’è stata un’esplosione, ma la gente non si è fatta intimidire e ha affollato i seggi. Anzi, l’attentato li ha resi ancora più determinati. In altre aree dove sono avvenute le proteste dei Fratelli Musulmani e gli scontri con la polizia, invece, molti si sono spaventati a causa degli scontri a fuoco. Ma nella capitale la gente aveva voglia di andare a votare.

Che significato ha questo referendum per gli egiziani?
Per la maggior parte degli egiziani questo referendum è un’occasione per dimostrare che appoggiano i militari, che sono contenti della caduta dei Fratelli Musulmani, che vogliono il generale Al Sisi e che sono d’accordo con quanto ha fatto a luglio (deporre il presidente Mohamed Morsi e arrestarlo, ndr).

Il voto di questi due giorni è stato quindi anche un referendum sul generale Al Sisi?
Sì. La maggior parte della popolazione approva questa Costituzione e la vedono come un altro passo verso un cambiamento del paese.

I Fratelli Musulmani hanno chiesto di boicottare il voto. Sono stati ascoltati?
I loro sostenitori non sono andati a votare e la prova sta nel fatto che in molti distretti dove l’affluenza sarebbe potuta essere alta, è stata invece bassissima. L’affluenza sarà fondamentale in questo referendum. I Fratelli Musulmani nel 2012 erano riusciti a portare alle urne solo il 33% degli elettori. Questo governo vuole fare meglio e dimostrare così che il popolo approva quello che stanno facendo e vuole al potere un generale.

Il generale Al Sisi si candiderà alle prossime elezioni presidenziali?
Molti egiziani pensano che si candiderà e anche lui ha gettato la maschera in questo senso pochi giorni fa. La maggior parte delle persone con cui ho parlato fuori dai seggi mi ha assicurato che se Al Sisi non si candiderà, loro scenderanno in piazza a protestare e a invocarlo come presidente. Ci sono molte aspettative nei suoi confronti. La gente vuole sicurezza.

Il partito dei Fratelli Musulmani parteciperà alle elezioni?
Il partito Libertà e giustizia non è stato bandito ma non penso che si presenteranno. Forse tra due anni parteciperanno alle parlamentari, ma quest’anno è altamente improbabile che correranno per le presidenziali, a prescindere dalla loro possibile estromissione da parte del sistema giudiziario.

@LeoneGrotti

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2 commenti

  1. marzio

    Viva il Generale Al Sisi e l’esercito egiziano, senza di essi l’Egitto sarebbe diventato un’incubo, per gli egiziani stessi e per tutta l’area del Mediterraneo.

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