
Egiziani vogliono la revisione della Costituzione. Fratelli Musulmani: «Perseguibili dalla legge»
L’Egitto ha approvato tra mille polemiche nel dicembre scorso una nuova Costituzione tramite referendum. Alla votazione ha partecipato solo il 32 per cento degli aventi diritto, il 64 per cento di loro ha optato per il sì. Il Fronte di salvezza nazionale dell’Egitto, che riunisce i vari partiti di opposizione agli islamisti, ha chiesto di annullare la Carta per riscriverla ma questa richiesta «è perseguibile dalla legge».
FRATELLI MUSULMANI MINACCIANO. La minaccia è arrivata ieri dal segretario generale dei Fratelli Musulmani, Mahmoud Hussein, che in una intervista alla tv Al-Arabiya ha dichiarato: «Chi chiede di annullare la Costituzione può essere perseguito dalla legge perché la Carta è stata approvata attraverso un procedimento giusto e regolare come il referendum».
POTERI DITTATORIALI. Se l’Egitto si ritrova con una Costituzione che prevede la sharia come fonte principale della legge apprezzata solo dal 17 per cento della popolazione è per il modo in cui è stata scritta. I gruppi di opposizione, come i liberali, i socialisti e i cristiani hanno abbandonato in protesta nei mesi scorsi l’Assemblea costituente, perché gli islamisti, Fratelli Musulmani e salafiti, che detenevano la maggioranza, non cercavano in nessun modo l’unità nazionale ma solo di approvare gli articoli a colpi di maggioranza islamica. L’Assemblea, inoltre, doveva essere sciolta perché incostituzionale ma il presidente Mohamed Morsi l’ha impedito assumendo con una Dichiarazione costituzionale poteri dittatoriali per quasi un mese e impedendo alla magistratura egiziana di portare a termine il suo lavoro.
DEMOCRAZIA A RISCHIO. Ora, stando alle parole del segretario generale dei Fratelli Musulmani, anche solo chiedere la revisione della Costituzione potrebbe portare al carcere.
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