
Elegia per il tifoso sfiancato
Sono tornato da Manchester alle 9 del mattino. Ho aperto la porta di casa e ho maledetto la Juventus che mi aveva costretto a intraprendere questo viaggio allucinante. Lo confesso: ho tifato per il Milan che se l’è presa più comoda. Mica per altro, ma ormai alla mia età certi stravizi bisogna evitarli. Mi pagano, altrimenti me ne starei a casa mia a scrivere romanzi, libri di cucina e, chissà, in un momento di particolare rincoglionimento, pure le mie memorie. Per questo, cari tifosi di Juve e Milan, dedico a voi queste poche righe. Vi ho visti, all’aeroporto inglese, accatastati gli uni sugli altri che se fosse successo a loro in un aeroporto italiano ci avrebbero scassato i bal fino alla notte dei tempi. Vi ho visti, sudati e persi, mentre guardavate i bagagli che partivano per chissà quali destinazioni. Vi ho visti, distrutti dal sonno e dalla promiscuità. Ho visto cose che gli umani non dovrebbero vedere. Avete tutta la mia stima e la mia comprensione. Io non ho il vostro coraggio.
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