Elezioni europee. Folli: «Al centrodestra non basterà un accordo Berlusconi-Alfano-Salvini per rimediare alla sconfitta»

Intervista al notista politico del Sole 24 Ore: «Questi sono tempi nuovi. Anche una nuova Casa delle Libertà richiederebbe una chiara identità politica, che non c'è»

«I risultati delle elezioni europee richiedono al centrodestra una rifondazione completa. Non basta rimediare a una sconfitta eclatante con un semplice accordo fra Berlusconi, Alfano e Salvini e fra il ceto politico». A dirlo a tempi.it è Stefano Folli (foto a destra), ex direttore del Corriere della Sera e editorialista del Sole 24 Ore. Secondo Folli, quella del centrodestra non è solo una crisi di consensi ma di prospettive. «Il centrodestra – spiega Folli – ha bisogno di costruire una identità comune che si collochi nell’area liberal-democratica».

Non basta dunque un’alleanza di interessi fra gli ex Pdl e la Lega Nord?
No, non funzionerebbe. Questi sono tempi nuovi. E anche una alleanza fra i partiti di quella che fu la Casa delle Libertà richiederebbe una chiara identità politica, che non c’è. Il centrodestra deve concepirsi all’anno zero. Deve ripartire da zero. Può farlo soltanto sulla base di idee comuni, di una nuova prospettiva per il futuro.

Alle comunali di Pavia, il centrodestra, guidato dal giovane sindaco di Forza Italia, Alessandro Cattaneo, andrà al ballottaggio davanti al centrosinistra. Può essere un esempio a cui gli ex del Pdl e i loro alleati debbano guardare?

Cattaneo ha ottenuto un buon risultato. Ma quelle sono elezioni comunali. Sarebbe poi troppo facile sostenere che basti un anti-Renzi, un formattatore, per far ripartire il centrodestra. Senza dubbio, però, è necessario un leader che abbia la capacità di tenere unita una coalizione. Il risultato di Pavia dimostra anche che esiste un’altra necessità: andare oltre il vecchio ceto politico e innovarsi.

Aver superato il 40 per cento dei consensi potrebbe spingere Renzi ad andare al voto anticipato?
Il premier non ha un vero interesse nel ritornare alle urne. Il voto delle europee è anche una richiesta di stabilità. Agli italiani non servono nuove elezioni. Neanche a Renzi convengono. In vista del famoso semestre europeo, il presidente del Consiglio si gioca una partita sul piano istituzionale, più che su quello elettorale. Certo, se insiste a dire “si va avanti fino al 2018” come un mantra, qualche sospetto che voglia andare al voto viene. Non capisco però cosa potrebbe guadagnarci.

Dalle elezioni emerge che il rapporto fra il Pd di Renzi e Ncd è di 10 a 1. Pensa che il peso del partito di Alfano nel governo sarà ridimensionato?
Non credo. Sicuramente il Pd ora gode di un vantaggio psicologico su Ncd e potrebbero esserci qualche difficoltà. Però bisogna ricordarsi che la vittoria è stata ottenuta dal Pd nel quadro delle elezioni europee. Non incide sul Parlamento e non mette in discussione il ruolo rilevante di Ncd nelle riforme a breve e media scadenza sulle quali Renzi dice di “giocarsi tutto”. In questo momento Ncd è indispensabile per l’equilibrio del governo Renzi.

Come giudica la sconfitta del Movimento 5 Stelle?
Denota una assoluta carenza di strategia. Inoltre, il movimento è destrutturato e accentrato sul suo leader carismatico. Quando viene meno il consenso nei confronti del leader, per errori comunicativi e altri, anche il movimento ne risente. Una sconfitta come questa può innescare una crisi e una spirale involutiva che porterà i grillini verso il baratro. È una dinamica comune a tutti i movimenti politici carismatici. Anzi, i 5 stelle sembrano fare una eccezione, visto che il loro risultato si è mantenuto, in un anno, comunque sopra al 20 per cento.

Alcuni esponenti del M5S accusano gli italiani di essere “conservatori”. Pensa che questo riconoscimento preceda la fine della rivoluzione grillina?
Rischiano di crollare. Come tutte le forze politiche, anche i 5 stelle giocano la loro partita sugli alti e i bassi. Ma i partiti strutturati sono in grado di sopravvivere a una sconfitta. I 5 stelle non sono strutturati e non sembrano attrezzati alla crisi.

Exit mobile version