Elezioni Usa: Obama o Romney? Tutto dipende dall’Ohio

Di Benedetta Frigerio
06 Novembre 2012
Secondo Rasmussen Reports, l'istituto che nel 2000 anticipò l'imprevedibile vittoria Bush su Kerry, per Romney non è ancora detta l'ultima parola. Tutto dipenderà dall'Ohio

«È davvero sorprendente che arrivati all’ultimo weekend della stagione elettorale non siamo in grado di prevedere con certezza il vincitore alla Casa Bianca». Sono le ultime dichiarazioni rilasciate da Scott Rasmussen, fondatore dell’istituto americano di sondaggi, Rasmussen Reports, che nel 2000 anticipò l’imprevedibile vittoria di George Bush su John Kerry e che nel 2004 disse che Obama avrebbe vinto con il 52 per cento delle preferenze contro il 46 di John McCain (il risultato fu 53 a 46).

GLI “SWING STATE”. Ma questa volta, anche se l’ultimo sondaggio di Rasmussen rileva il vantaggio Mitt Romney di un punto percentuale su Obama (49 a 48), le proiezioni negli “swing state” vedono i due sfidanti troppo vicini per fare previsioni certe. Al contrario di quanto la stampa europea ha detto, dando Obama per vincitore certo.
In Colorado, Stato di tradizione repubblicana, che ha svoltato a sinistra solo negli ultimi anni, i sondaggi pongono Obama e Romney molto vicini: la media di questi dice che il presidente è ancora avanti di un punto. Ma i sondaggi di Rasmussen, condotti su tutti gli elettori e non solo su quelli già iscritti, dicono che il 69 per cento dei cittadini ha ormai votato e che Romney è in vantaggio al 50 per cento contro il 47 di Obama.
Anche la Florida pare ritornare verso il partito repubblicano come nel 2000 e nel 2004. Obama qui è apparso in minimo vantaggio nel 25 per cento degli ultimi sondaggi effettuati, mentre nel restante 75 per cento Romney conduceva con un margine medio di 4,6 punti percentuali. In questo Stato il mormone guida con 1,5 punti percentuali in più nella media dei sondaggi. Simile la rilevazione di Rasmussen per cui Obama è indietro di due punti (48 a 50).
In Iowa, Obama, sebbene sia ancora avanti nella media delle previsioni di 2,5 punti percentuali, ha perso negli ultimi sondaggi 5 punti percentuali circa. Per Rasmussen, invece, il presidente è addirittura calato al 48 per cento, ponendosi dietro allo sfidante fermo al 49.
Il Nevada, invece, è già considerato democratico: qui Romney non è mai riuscito a convincere gli elettori della sua capacità.
Anche in New Hampshire la media dei sondaggi e Rasmussen concordano sul vantaggio di Obama di 2 punti percentuali.
La North Carolina, che invece aveva votato per Obama nel 2008, è tornata a preferire il repubblicano avanti di tre punti in tutti le previsioni.
Diversa la situazione in Virginia. In questo caso Rasmussen differisce ancora dalla media dei sondaggi: l’istituto segnala il vantaggio di Romney al 50 per cento contro il 48 di Obama. Mentre per la media il mormone è a meno 0,3 punti percentuali.
In Wisconsin, dove Romney non è mai stato in vantaggio prima della convention repubblicana, la situazione è incerta: se per la media dei sondaggi Obama è avanti di 4 punti, per Rasmussen i due sarebbero pari al 49 per cento delle preferenze.
A questo punto lo Stato chiave diventa l’Ohio: già vinto da Obama nella media dei sondaggi, per Rasmussen qui ci sarebbe un testa a testa che pone i due candidati in pareggio sempre al 49 per cento delle preferenze.

L’AGO DELLA BILANCIA. Nel caso le previsioni dessero ragione alla media dei sondaggi, la vittoria di Obama sarebbe già certa. Se invece i sondaggi di Rasmussen, in bilico in Ohio e Wisconsin, fossero tutti corretti, Romney, che ora conta 206 seggi, otterrebbe 72 elettori portandosi a quota 278. A quel punto Obama, con 237 seggi certi, ne otterrebbe 38 portandosi a quota 275. Dunque Romney potrebbe vincere solo se ottenesse l’Ohio (18 elettori), mentre a Obama basterebbe uno qualsiasi dei due Stati.

@frigeriobenedet

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