Interviste all’ex ministro Sacconi, all’avvocato Vivone e al consigliere Forte dopo la sentenza che ha condannato l’ex dg di Regione Lombardia. Non si era opposto alla morte della ragazza per una sua «concezione personale»
Una immagine di Eluana Englaro (foto Ansa)
L’ex direttore generale della Sanità della Lombardia, Carlo Lucchina, è stato condannato in appello (in primo grado era stato assolto) per aver impedito che in un ospedale lombardo fosse interrotto il trattamento (idratazione e alimentazione) che manteneva in vita Eluana Englaro. Lucchina dovrà pagare all’erario 175 mila euro che la Regione aveva dovuto risarcire a Beppino Englaro, padre di Eluana.
La ragazza 39enne era in stato vegetativo, accudita dalle suore Misericordine nella Casa di cura Beato Luigi Talamoni di Lecco, e il padre aveva condotto una lunga battaglia legale al fine di procurarle la morte. Dopo l’opposizione di Regione Lombardia perché in uno degli ospedali regionali si interrompessero le cure, la donna era stata trasferita nell’ospedale La Quiete di Udine dove si era spenta il 9 febbraio nel 2009.
Va sempre ricordato – come dice suor Albina nel video che pubblichiamo...