La vera emergenza a Caivano, l’eredità di Amicone e Scalfi. Cosa c’è su Tempi di ottobre

L’educazione dei “giovani perduti senza collare”, due anni senza Gigi, i cento del fondatore di Russia cristiana e molto altro ancora. Guida ai contenuti del nuovo numero del mensile

“Giovani perduti senza collare”. Ha il drammatico accento di Cesbron la copertina del numero di ottobre 2023 di Tempi (già disponibile in versione digitale via sfogliatore), copertina dedicata a un ampio servizio sui fatti di Caivano, sul dilagare delle baby gang, sul decreto del governo intitolato proprio alla località del Napoletano finita al di fuori del controllo dello Stato, ma soprattuto sul vero problema che oggi condanna troppi ragazzi a un destino da “criminaloidi”: l’assenza di adulti credibili. La nostra Caterina Giojelli ne ha parlato approfonditamente con Giovanni “Felice” Iovinella, educatore del carcere minorile di Nisida, don Claudio Burgio della comunità Kayròs, Chiara Frigeni, dirigente scolastica di In-presa a Carate Brianza, che si prende cura di giovani a rischio dispersione scolastica e disagio sociale.

Il 19 di ottobre saranno passati due anni dall’improvvisa scomparsa di Luigi Amicone, fondatore del nostro giornale, “fratello maggiore” di tanti cronisti come Maurizio Zottarelli, il primo redattore di Tempi in assoluto (oggi a Libero), che nel nuovo numero del mensile racconta la nascita di questa consapevole pazzia. Ma amico e fratello Gigi lo è stato anche per gente la più lontana possibile dalle sue idee, come ricordano i marxisti del collettivo luinese Fabio Cavallari e Nicola Albertella.

Della resa agli azeri dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh) e della scandalosa inerzia della comunità internazionale, Italia compresa, di fronte alla tragedia degli armeni cacciati da quella enclave contesa si occupa “il Molokano” Renato Farina. Mentre Leone Grotti scrive di un’altra scandalosa capitolazione del cosiddetto mondo libero davanti ai regimi: l’inchino dei giganti di Big Tech alle pretese censorie e spionistiche di Cina, Turchia, Vietnam, Cambogia.

Chiude la sezione esteri di Tempi di ottobre Rodolfo Casadei con una istruttiva analisi delle vere ragioni che si celano dietro alla nuova ondata di colpi di Stato nell’Africa subsahariana. E la conclusione è che sì, la Francia ha le sue colpe, ma è troppo comodo (soprattutto per i golpisti) imputare tutti i mali del continente ai cattivi colonizzatori del passato.

Nel nuovo numero del mensile, Tempi offre ai suoi abbonati ben tre autorevoli interventi in difesa della ragione dalle pericolose derive di certi nuovi irrazionali simil-religioni contemporanee: Piero Vietti ha intervistato Roberto Sancinelli, grande imprenditore italiano del riciclo convinto che occorra e si possa «tutelare l’ambiente con intelligenza», cioè senza catastrofismi e senza affondare l’economia; il direttore Emanuele Boffi ha raccolto la formidabile testimonianza di Guy Consolmagno, “l’astronomo del Papa”, direttore della Specola vaticana, che spiega perché la scienza è tutt’altro che nemica della fede, anzi, le due si sostengono vicendevolmente come «buone compagne»; il filosofo Francesco Botturi illustra invece l’inganno della società dell’identità “fluida” e del culto dell’autodeterminazione.

Ma in questo mese di ottobre cade anche un altro anniversario da tenere a mente: il centenario della nascita di padre Romano Scalfi, fondatore di Russia Cristiana, lo starets d’Occidente che smascherò la menzogna del regime sovietico portano qui le voci dei dissidenti e quelle del popolo russo autentico, cioè cristiano. Stefano Caprio e Alessandro Chierici spiegano a Tempi perché della lezione di padre Scalfi c’è ancora oggi bisogno più che mai. Per smentire le falsità dell’ideologia che arma Putin contro l’Ucraina, ma anche per correggere l’errore di chi vede nella Russia solo “il nemico”.

Ad arricchire il nuovo numero di Tempi, inoltre, come sempre, i punti di vista e le idee dei nostri collaboratori e rubrichisti: Giancarlo Cesana si interroga sulle vere ragioni dei mail della sanità italiana; Lorenzo Malagola indaga sul significato della stracitata eppure di fatto ignota categoria politica del “bene comune” e Pier Paolo Bellini sul nostro perduto (o meglio distorto) senso del “sacro”. C’è l’editoriale di Boffi sulla ostinata “profezia” della pace di papa Francesco e spunta un Testori arcilombardo e addirittura longobardo ripescato da Stefano Bruno Galli. E ancora: le recensioni dei film al cinema e in streaming di Simone Fortunato, la foto raccontata da Marina Corradi, gli incontri di monsignor Massimo Camisasca (stavolta con L’annuncio a Maria di Claudel), le nuove lettere di Berlicche e la sempre sorprendente piccola grande storia nella Storia di Fabrice Hadjadj.

Tutto questo e altro ancora nel nuovo numero di Tempi. In attesa mensile di ottobre 2023 arrivi nelle loro case, gli abbonati possono già sfogliare la rivista in formato digitale nell’area riservata del sito. I non abbonati, invece, farebbero bene ad abbonarsi subito, anche per non perdersi i nuovi contenuti premium riservati ai sottoscrittori, tra cui tre nuove newsletter.

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