Esecuzioni corrette. Nel nome del (dio) legge

Di Lorenzo Albacete
26 Aprile 2001
Il prossimo 16 maggio il governo federale Usa eseguirà la sua prima condanna a morte dal 1963. La burocratica e inappuntabile formalità di un’esecuzione capitale e i sacerdoti dell’ultimo dio moderno. Che non ammette pietà

Il 16 maggio prossimo, alle 7 di mattina, il Governo federale eseguirà la condanna a morte di Timothy J. McVeigh, responsabile della bomba al palazzo dell’ufficio federale di Oklahoma City del 1995. Come in tutti i programmi federali, verrà rispettata la migliore tradizione dei procedimenti burocratici. È stato messo in circolazione un “Protocollo di esecuzione” di 56 pagine, un pamphlet attento ad ogni dettaglio della condanna, fino al menu per l’ultimo pasto. A 30 giorni dalla pena, un burocrate competente informerà il prigioniero di questi dettagli e gli consegnerà un foglio di “briefing”. Per il condannato sarà il momento per dichiarare la propria “preferenza religiosa”, scegliersi un consigliere spirituale, due avvocati e fino a tre persone tra parenti ed amici “invitati” all’esecuzione. Poi, un mese prima dell’evento, dichiarerà le sue scelte sulle proprietà personali, sulla donazione degli organi e sul tipo di sepoltura. Nello stesso periodo, il governo deve nominare le persone incaricate di condurre a termine la condanna. Entro due settimane prima dell’esecuzione viene scelto il boia (la cui identità resta segreta) e si organizzano esercitazioni pratiche per tutti i funzionari coinvolti nella procedura. Si scelgono anche i cittadini desiderosi di fare da testimoni. Nel caso McVeigh ci sono due tipi di biglietti, uno per i molti parenti delle vittime che hanno chiesto di poter assistere all’esecuzione, l’altro per un pubblico speciale che vi assisterà in collegamento video. Da 13 a 7 giorni prima della data della condanna, il prigioniero sceglie il suo ultimo menu e il governo acquista le sostanze letali da iniettare nel condannato. Una settimana prima della condanna, il prigioniero può essere visitato soltanto dal consigliere spirituale, dagli avvocati e dai membri della sua famiglia. Da due giorni prima al giorno precedente l’esecuzione si eseguono le ultime pratiche, viene testato l’equipaggiamento (incluso l’impianto elettrico, il riscaldamento e l’aria condizionata) e i canali di comunicazione restano riservati al contatto con le autorità competenti. 24 ore prima dell’esecuzione si interrompono tutte le comunicazioni private col condannato. La liturgia di morte procede un passo dopo l’altro, senza improvvisare nulla, ogni passaggio espletato con burocratica formalità. In 30 minuti la società americana sarà apparentemente più sicura. Cosa si deve pensare del fascino di tanti americani per la pena di morte? Liberal e conservatori, democratici e repubblicani, chiunque voglia vincere le elezioni non può dirsene contrario. Ma essa afferma realmente un “senso di giustizia violata”? È più di questo. È l’appagamento di un dio. E questo dio è la Legge. Quando nulla dà unità al Paese se non La Legge da cui si traggono le regole della lotta americana per il successo – che definisce il “sistema” – la pietà diventa una minaccia per la vita ed è questa minaccia che la pena di morte cerca di eliminare.

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