Europa e libertà. Dopo Ratisbona, la lezione che Ratzinger prepara per la Turchia

Il pontificato di Papa Ratzinger ha assunto la sua fisionomia con il viaggio in Baviera, come se fosse il contatto con la sua terra a fornirgli l’emozione giusta per dire una verità sull’islam con le parole di Manuele Paleologo. L’islam ha ottenuto dai tempi della globalizzazione la capacità di fare esistere come rappresentazione l’unità mondiale della comunità islamica, che impone le sue leggi anche a coloro che sono fuori della terra d’islam. La globalizzazione sposta il significato del territorio come spazio politico e lo affida invece all’immagine. L’umma islamica, vincolata dagli stati come forma non propria, esiste nelle teleimmagini nella sua realtà propria. Manca il califfo, ma chiunque può assumerne temporaneamente le funzioni di fatto.
Il Papa, dicendo quelle parole, ha sollevato contro di sé l’immagine della comunità islamica che incute timore agli stati dei paesi musulmani. Il Papa ha scelto di rendere diplomatico il suo conflitto con gli stati ricevendone gli ambasciatori a Castel Gandolfo, e facendo pubblicare dall’Osservatore Romano quotidianamente testi che parlano di dialogo tra cristiani e musulmani ma anche del rispetto della libertà.
Le manifestazioni dell’umma islamica in teleimmagini sono frammentarie e non comportano continuità, ma il caso del viaggio del Papa in Turchia rende la memoria dello scontro di Ratisbona attualmente presente. Il viaggio del Papa è dunque a rischio ed è obiettivamente un rischio. Affrontando questo viaggio, certamente emozionale, il popolo turco dirà se vuol dire di sì all’Europa e se capisce il prezzo che deve pagare per questo: cioè garantire ai turchi la libertà di fede. Non a caso il Papa ha scelto di incontrare tutte le comunità cristiane turche, compresa quella armena, con il patriarca Mesrop. E incontrare il popolo armeno vuol dire ricordare il genocidio del ’15, fatto a un tempo in nome sia dell’islam che della turchità.
Il Papa mostra così di voler affrontare il problema della libertà dei cristiani in Turchia, ed è dunque ben lontano dall’idea di un dialogo interreligioso che non sia un dialogo di civiltà, quindi un dialogo politico fondato sul tema della libertà. Se questo viaggio si farà, sarà il momento centrale dell’incontro tra Europa e Turchia. Questo viaggio è ben diverso da quelli di Papa Benedetto in Polonia e in Baviera: ora viaggia nel cuore del conflitto di storia e di civiltà e rappresenta, egli, Papa cattolico, il volto dell’Occidente come civiltà fondata sulla libertà. bagetbozzo@ragionpolitica.it

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