
Eurothanathos alla svizzera
Nel Consiglio d’Europa a Strasburgo si discute la risoluzione 9898, una raccomandazione agli stati membri di estendere la depenalizzazione dell’eutanasia. All’ordine del giorno un testo del radicale svizzero Dick Marty, già per due volte presentato e costretto al ritiro in commissione. La lobby pro eutanasia fa un pressing insistente, benché appena cinque anni fa il Consiglio si sia espresso contro alla questione. Ma i tempi cambiano, la mentalità evolve, argomenta Marty, e già clandestinamente si eutanasizzano migliaia di malati in Europa, dunque, «per riaffermare il primato del diritto», occorre portare la faccenda alla luce del sole. Già sentita, è la stessa logica che portò alla legalizzazione dell’aborto. «La maggioranza degli europei è con noi» continua il radicale, ma in aula la 9898 non la passa liscia.
I fronti del consenso e del dissenso s’annodano trasversali agli schieramenti. Il rivale di Marty è un membro del gruppo socialista, un vecchio laburista inglese, Kevin Mc Namara, considerabile un left wing, uno d’estrema sinistra. Però dice di sé fiero: «Sono cattolico, alla Camera dei Comuni sono stato uno degli ultimi a votar contro l’aborto, e l’eutanasia, per quanto sta a me, non passa». La sua controrelazione alla 9898 fa il contropelo a Marty e al suo entusiasmo positivista per le leggi olandese e belga. Tutto chiaro, limpido, secondo il radicale. Invece, replica il battagliero inglese, tutto chiaro affatto, perché 900 dei 3.800 eutanasizzati in Olanda non sono in condizioni cliniche di chiederlo, e metà dei medici continua a fare senza dichiarare, per evitare le pastoie burocratiche, che son sempre grane. L’assemblea ascolta e memorizza. Tra i popolari emergono forti preoccupazioni. Una svizzera vicina al gruppo “Exit” sbotta: «Non se ne può più, di questi cattolici». Vero è che cattolico è anche un deputato olandese che afferma, letteralmente, che «l’eutanasia è una grazia». Il bello dei cattolici è che ce n’è di tutti i tipi.
La risoluzione 9898 traballa e ancora una volta rincula in commissione: che non se ne parli per un anno, ordina la presidenza, sfinita. La lobby è, apparentemente, sconfitta. Ma solo per ora. È stato franco l’onorevole Marty nello spiegare ai colleghi perché l’eutanasia si farà largo in Europa. Non dicano i medici, ha spiegato, che è una scelta non deontologica: anche l’aborto è scarsamente deontologico, eppure si pratica legalmente da anni. Non si dica che l’eutanasia è un atto di morte inaccettabile. Anche il suicidio fino a pochi anni fa non era visto bene, e ora nessuno osa più giudicare chi si ammazza. E dunque, è il senso, tutto scorre, i “valori” fluttuano, e il prossimo alla deriva è il senso della vita di chi soffre, e domanda di morire. Liberamente. Come quei 900 in Olanda che non erano più in condizioni di chieder niente, e quindi altri caritatevolmente han deciso per loro.
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