
Expo 2015: «Pisapia non ci mette la faccia» e si defila
«No, non le ritiro». Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, a margine della riunione del Bie a Parigi, ha risposto così a chi gli chiedeva se fosse pronto a ritirare le dimissioni da commissario straordinario dell’Expo 2015. «O c’è da parte di tutte le istituzioni il massimo impegno per l’Expo o altrimenti sono dei rischi molto seri che non possiamo permetterci di correre a quasi mille giorni dall’inizio della manifestazione». Pisapia ha rimesso nelle mani del presidente del Consiglio il suo mandato. Perché? Per il «clima tiepido» e «l’attenzione insufficiente» che il governo ha dedicato fino ad oggi ad Expo 2015.
Per Carlo Masseroli, capogruppo Pdl nel consiglio comunale di Milano, «i motivi sono tutti veri almeno in parte. Quello più incidente è non rischiare la propria immagine». Se l’invito a una maggiore responsabilità da parte del governo è condiviso, a Palazzo Marino le voci di corridoio in queste ore si sprecano. Perché fare il commissario, in una situazione così critica, potrebbe non rivelarsi un buon biglietto da visita qualora ci fosse in futuro, da parte del sindaco, un’ambizione di tipo nazionale. Nel frattempo, secondo Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera, il gesto del sindaco rischia di danneggiare ulteriormente l’immagine dell’Italia: «Se Pisapia riteneva utile coinvolgere il governo perché non ha rinunciato un anno fa quando è stato nominato? Troppo facile prendersi sempre gli onori e scaricare le responsabilità sugli altri quando c’è da passare dalle parole ai fatti».
Vero è che la situazione è piuttosto anomala: i poteri da commissario straordinario del governo su Expo sono stati azzerati a marzo dall’approvazione di un emendamento al decreto legge sulle liberalizzazioni, che ha tolto i grandi eventi dalla competenza della Protezione Civile. Un problema reale: anche Giuseppe Sala, amministratore delegato di Expo 2012, ha ribadito che chiunque sia commissario deve avere poteri straordinari. «Sono un commissario straordinario senza poteri e senza soldi» ha sintetizzato il sindaco il mese scorso. Il vicolo cieco, però, dovrebbe aprirsi nel giro di qualche mese, con un emendamento alla Camera. Inoltre il Comune (congiuntamente alla Provincia e alla Regione) da mesi chiede al governo di escludere dal patto di stabilità gli investimenti per l’esposizione.
Se Giuliano Pisapia si è defilato, con la Direzione nazionale antimafia che lancia l’allarme per il pericolo di infiltrazioni della ‘ndrangheta nelle grandi opere, il neosegretario della Lega in Lombardia Matteo Salvini, seguito a ruota dall’opposizione, ha cercato di mettere in difficoltà Formigoni chiedendone le dimissioni: «Gli consigliamo caldamente di fare un passo indietro da commissario generale di Expo perché c’è bisogno di una persona che lavori 24 ore su 24 sull’evento». Un uomo del governo Monti, insomma. Ma il governatore lombardo non sembra intenzionato a cedere alle pressioni e ricorda che «in questi mesi è stato elaborato e condiviso un testo molto dettagliato e ricco, che crediamo possa essere adeguato alle istanze dei partecipanti alla manifestazione e che auspichiamo possa in tempi brevi essere sottoscritto insieme al Bie». In più, continua, «è emersa la volontà del governo di impegnarsi in modo crescente, sia per orientare e valorizzare alcune politiche nazionali in chiave Expo, sia per realizzare alcuni grandi progetti o eventi che concorrano a potenziare l’attrattiva complessiva del sistema Italia».
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1 commento
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Lupi dice “Troppo facile prendersi sempre gli onori e scaricare le responsabilità sugli altri quando c’è da passare dalle parole ai fatti”, di quali onori stà parlando? Non mi risulta che per l’Expo siano state distribuite medaglie. Proprio lui che in parlamento vota che una certa ragazza è la nipote del premier egiziano e poi va in prima fila a Milano a rendere omaggio al Papa nel forum delle famiglie. Coerenza voto 0.