Fare figli è immorale, viziarli si deve

Centodieci esperti inglesi hanno pubblicato un appello contro il dilagare del disagio mentale dei ragazzi. Il motivo? Vengono considerati ‘piccoli adulti’ e non viene loro offerto quello che realmente serve: cibo ed esperienze veri (e non artefatti), vero gioco (e non realtà virtuale).
La depressione infantile dilaga e una ricerca di M. Shayer del Royal College mostra che il livello mentale medio dei ragazzi di 11 anni è di due o tre anni indietro rispetto a quello dei coetanei di 15 anni fa. In Italia l’appello ha avuto poco seguito: i nostri intellettuali sono occupati a ragionare sui diritti dei genitori piuttosto che sulla salute dei bambini. Il senso di colpa per non volerli (e i figli sanno che molti genitori hanno visto la loro nascita come una delle ‘possibili opzioni’) porta a volersi scusare straviziandoli con cose che in fondo a loro non servono: sono degli ‘intrusi d’oro’, che pagano le conseguenze. Ma da dove nasce quest’incapacità ad essere genitori? Scriveva don Luigi Giussani, esortando i giovani genitori: «Se non ci fosse la certezza di un Destino buono, sarebbe inutile e ingiusto fare figli». Era un paradosso, allora, ma se si arriva a credere che questo Destino buono non c’è, M. Hayry può oggi scrivere su Bioethics: «Sono personalmente convinto che è immorale avere figli. I figli possono soffrire e io penso che sia sbagliato produrre della sofferenza evitabile». Orrore? No, è l’aria che respiriamo.

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